Quando i pionieri partivano per cercare l’oro, andavano anche dall’altra parte del mondo. Per trovare, invece, “L’età dell’Oro della Scultura italiana” basta andare al Serrone della Villa Reale. L’associazione Radici del Futuro e assieme agli Amici del Museo di Lissone con le opere della Fondazione Pietro Rossini di Briosco in collaborazione la Fondazione Arnaldo Pomodoro hanno portato a Monza un vero e proprio tesoro. Una mostra curata da Marco Meneguzzo che nasce dal collezionismo e mecenatismo di Alberto Rossini, imprenditore che negli hanno ha scelto una serie di artisti e opere che hanno formato una raccolta di altissimo valore artistico. Le opere esposte appartengono al secondo Novecento, in particolare dall’immediato secondo dopoguerra alla metà degli anni ’60, che è stato sicuramente uno dei periodi più fecondi per la storia della scultura italiana.
E così chi avrà l’occasione di visitare questa mostra, avrà modo di vedere opere dei maggiori protagonisti di questa stagione artistica: da Lucio Fontana (presente con concetto spaziale del 1954) a Fausto Melotti, presente con “Arte del contrappunto plastico N1” del 1970, e poi c’è la Capra di Luciano Minguzzi, ma soprattutto c’è la prima Sfera del 1963, realizzata da Arnaldo Pomodoro. Una mostra il cui titolo ben si sposa con la qualità della selezione offerta. L’ingresso, pare incredibile, ma è gratuito. Un’occasione veramente imperdibile.
Per me la scultura, quando trasforma luogo in cui è posta, ha veramente una valenza testimoniale del proprio tempo e riesce ad esprimere il rapporto di complicità che intercorre tra l’uomo e la realtà – Arnaldo Pomodoro
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