Attualità

Disastro Lombarda Petroli, i testimoni: “Solo chi conosceva le valvole poteva aprirle”

“Chi ha manomesso le valvole doveva conoscere il loro funzionamento”. E’ questo il commento del Comandante del Noe di Milano, durante l'udienza per il processo per il disastro ecologico della "Lombarda Petroli"

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“Non sono stati riscontrati segni di ingressi anomali da parte di esterni allo stabilimento, chi ha manomesso le valvole doveva conoscere il loro funzionamento”. E’ questo il commento del Comandante del Noe di Milano (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri), in risposta alle domande che gli sono state proposte ieri in aula, durante l’udienza per il processo per il disastro ecologico della “Lombarda Petroli” di Villasanta.

Sono passati quasi quattro anni da quando un imponente sversamento di gasolio ed olii combustibili contenuti nelle cisterne della ex petrolchimica, si sono riversati nella rete fognaria cittadina, per poi arrivare al fiume Lambro, al Po ed al mare Adriatico. Le indagini degli inquirenti, che inizialmente si focalizzarono su un atto ritorsivo o presunto tale nei confronti della società, hanno poi chiuso il cerchio indagando per disastro ecologico doloso i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, responsabili della società, ed il direttore dello stabilimento Vincenzo Castagnoli, mentre per omesso controllo lo è anche il custode Giorgio Crespi.

All’avvio effettivo del processo a loro carico, ieri presso il Tribunale di Monza, sono stati ascoltati cinque testimoni, tra cui anche un agente della Polizia Provinciale, il quale ha parlato di una “contabilità parallela” della Lombarda Petroli, scoperta in un armadio grazie alle indicazioni di un testimone. Secondo i magistrati proprio questa contabilità occulta rappresenterebbe il movente dello sversamento di olii combustibili e gasolio. Si torna in aula lunedì prossimo, 10 febbraio.

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