Economia

St Agrate: torna l’incubo della vendita delle quote in mano al Tesoro

Il ministro dell'economia Saccomanni torna alla carica dichiarando la vendita di parte delle maggiori aziende partecipate italiane: tra queste anche St. Preoccupati sindacati e lavoratori.

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“Un beneficio economico immediato di 8-9 miliardi di euro dalla vendita di una prima parte di partecipazioni dirette del Tesoro in Poste italiane, Enav, Eni e StMicroeletronics”. Queste le parole del ministro all’economia Fabrizio Saccomanni che tornano a far tremare i polsi a tutti i lavoratori di St.

Lo scorso novembre era stato lo stesso ex-presidente del consiglio Enrico Letta ha annunciare la vendita di parte dei gioielli di famiglia dello Stato italiano per fare cassa. Una notizia che aveva fatto subito scendere in piazza i lavoratori St insieme al sindacato, per cercare di fermare quello che molti ritengono uno sbaglio miope che metterebbe a rischio posti di lavoro e un settore strategico e di alta tecnologia come quello delle Mems, presenti in moltissimi prodotti tecnologici come tablet o telefoni.

Dopo questo primo annuncio, c’era stato un dietrofront dove si toglieva St e le quote in mano allo Stato dal mercato: pochi giorni fa però il ritorno sui suoi passi del ministro dell’economia Saccomanni. Per i sindacati il pericolo più grande è che perdendo il controllo statale e finendo in mano private, tutta l’azienda rischi un progressivo svuotamento di personale e progetti come sta avvenendo ora con Micron, che ha acquistato la divisione memorie del gruppo e che ha deciso di licenziare 223 addetti solo nel sito di Agrate e Vimercate entro aprile.

La formazione del governo Renzi con un nuovo ministro dell’economia potrebbe cambiare la rotta in tal senso, ma è ancora tutto da verificare.

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