Monza, viaggio nelle scuole “2.0”. Il Collegio Villoresi San Giuseppe

Scuole e multimedialità, giovani e nuovi mezzi di comunicazione: continua il viaggio di MB News negli istituti superiori della città.

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1903. Il Collegio Villoresi San Giuseppe inaugura la sede, in uso ancora oggi, di via Monti e Tognetti 10. Diventa così sempre più concreto il proposito di padre Luigi Villoresi, che inizialmente aveva trovato casa nell’oratorio del Carrobiolo, sempre a Monza. Desiderio del religioso era quello di fondare una scuola. Inizialmente riservata a gente del popolo, la sua scuola si trasforma in un liceo per chierici poveri. Solo in un secondo momento il collegio, sotto l’egida dalla diocesi di Milano, si apre a tutti.

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Il cortile dell’istituto

Don Romano Crippa è il decimo rettore dell’istituto. Svolge questa funzione dal 1999, da quando è stato designato dal cardinale Martini. In oltre un secolo di storia il Collegio è cresciuto e si è trasformato, accogliendo le nuove esigenze dei genitori che lavorano, la necessità di inserire nei programmi più lingue straniere e un maggior numero di ore di informatica.

Il San Giuseppe è una scuola “2.0”?
Direi di sì, decisamente. Abbiamo il wireless in tutto l’istituto, ad esempio. Cerchiamo di aggiornare le nuove tecnologie in maniera costante e di insegnare al corpo docente il loro utilizzo, in modo da gestire la didattica nella maniera più “2.0” possibile. Del resto i ragazzi di oggi sono dei “nativi digitali”, la tecnologia è il loro pane quotidiano. Proponiamo un’informatica trasversale a tutte le discipline.

Quali strumenti avete a disposizione?
Abbiamo 9 lavagne interattive. Da quest’anno poi tutti gli studenti di prima liceo hanno a disposizione un tablet: la sperimentazione, avviata lo scorso anno grazie al progetto “Generazione Web”, è stata positiva. La nostra scuola, poi, è sede riconosciuta per ottenere l’ECDL, la Patente europea del computer. Il registro elettronico è adoperato ormai da tutti i docenti.

Come cambia lo studio di queste nuove generazioni?
La scuola diventa più interattiva e i ragazzi hanno la possibilità di lavorare a gruppetti. In questo modo anche gli studenti che presentano difficoltà di apprendimento riescono ad essere più coinvolti e stimolati.

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