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Seregno, chiusa l’inchiesta sulle presunte tangenti: dieci gli indagati

Sono dieci le persone indagate in concorso per corruzione, tra cui anche l’ex assessore all’urbanistica e vicesindaco di Seregno Attilio Gavazzi e il consigliere comunale dimissionario Ugo Calò, nell'ambito di un'indagine dei finanzieri su presunti cambi di destinazioni d'uso di alcune aree.

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Sono dieci le persone indagate in concorso per corruzione, tra cui anche l’ex assessore all’urbanistica e vicesindaco di Seregno Attilio Gavazzi e il consigliere comunale dimissionario Ugo Calò, nell’ambito di un’indagine dei finanzieri su presunti cambi di destinazioni d’uso di alcune aree.

E’ durata oltre un anno la maxi inchiesta della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Milano, coordinata dai Pm di Monza Manuela Massenz e Donata Costa, sulle presunte tangenti pagate ad ex amministratori del Comune di Seregno per “agevolare” cambi di destinazione d’uso di alcune aree e per ottenere l’edificabilità di alcune aree. Le indagini sono iniziate nel febbraio del 2013, quando i militari della Tenenza di Seregno, su indicazione della Procura di Monza, hanno eseguito diverse perquisizioni presso le abitazioni e gli uffici degli indagati, e presso l’assessorato all’urbanistica.

A finire nel mirino degli inquirenti sono finiti due piani integrati di intervento, nelle aree di via Stefano da Seregno, dove sorgeva l’ex cotonificio “Camisasca” e di via delle Grigne, nonché un cambio di destinazione d’uso relativo ad un immobile in via Umberto I. Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, l’allora assessore Attilio Gavazzi e l’ex consigliere comunale Ugo Calò, avrebbero intascato tangenti per far approvare le modifiche urbanistiche delle aree in questione. In particolare, Carmelo Giordano e Salvatore Barba, titolari della Immobiliare Stefano di Seregno Srl, proprietaria dell’area ex Camisasca, si sarebbero accordati per versare al Gavazzi 330 mila euro, grazie all’assegnazione a suo genero, architetto Andrea Mario Attolini, dell’incarico professionale per redigere il progetto ed ottenere così la modifica della destinazione d’uso del terreno su cui sorgeva il cotonificio. Somma che, stando a quanto emerso dalle indagini, sarebbe stata versata per effettivi 279 mila euro.

Il Piano è stato effettivamente approvato nel marzo 2009 dal Comune di Seregno, in accoglimento della variante proposta. L’accusa sostiene che l’approvazione sarebbe avvenuta sulla base di atti amministrativi viziati dai fatti corruttivi. Secondo le indagini le mazzette sarebbero state pagate dai costruttori Barba e Giordano sotto forma di compensi professionali all’architetto Attolini, per prestazioni in parte simulate.

In relazione all’altra area dismessa, quella di via delle Grigne, dove un edificio industriale è stato demolito per lasciare spazio ad abitazioni, nella vicenda risulta coinvolto oltre ad Attilio Gavazzi anche Ugo Calò, all’epoca consigliere comunale. I due avrebbero percepito, nella prima metà del 2007, 34 mila euro per favorire l’approvazione della variante al PRG e la conseguente modifica della destinazione d’uso dell’area dove sorgeva un immobile industriale di proprietà della EDIL V.L.B., riconducibile a Paolo Vivacqua, imprenditore siciliano ucciso a Desio nel 2011, e Felice Tagliabue, approvazione effettivamente avvenuta nell’ottobre sempre del 2007. Nella vicenda è coinvolto anche il geometra Paolo VILLA, incaricato dalla EDIL V.L.B. di gestire la pratica urbanistica. Un’ulteriore accusa pende sull’ex assessore Gavazzi, sul genero e su due imprenditori, seregnesi. La contestazione riguarda una mazzetta di 50 mila euro, pagata per ottenere il cambio di destinazione d’uso di un immobile in via Umberto I a Seregno. Secondo l’accusa, la mazzetta sarebbe stata intascata dal Gavazzi, anche in questo caso, mediante l’opera dell’architetto Attolini. I finanzieri hanno accertato che in effetti la variante è stata adottata dal Comune nel giugno 2008, con modifica del vecchio PRG e concessione del permesso di demolire e ricostruire, e che l’architetto Attolini era il professionista incaricato dalle società di seguire le pratiche urbanistiche con il Comune. Gli indagati hanno ora la possibilità di presentare memorie e documenti a loro difesa, nonché di essere nuovamente interrogati dai pubblici ministeri.

 

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