Salute

Brianza, uova alla diossina? Sì, ma solo negli allevamenti rurali

Alcuni allevamenti per autoconsumo del territorio risultano contaminati ma nessuno «al momento» tra quelli a carattere industriale.

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Assume contorni più precisi l’allarme uova alla diossina evidenziato a fine novembre in Regione Lombardia e che vede coinvolti anche alcuni pollai di Monza e Brianza. Come specifica l’Asl in una nota, «Sul territorio di Monza e Brianza le analisi di laboratorio hanno evidenziato valori superiori ai limiti previsti dalle normative di riferimento per Policlorbifenili (PCB) e diossine nelle uova di gallina per autoconsumo nei comuni oggetto della rilevazione. Gli allevamenti industriali del territorio, costantemente monitorati e sotto stretto controllo, non risultano al momento interessati dalla problematica».

Ovvero, alcuni allevamenti per autoconsumo del territorio risultano contaminati ma nessuno «al momento» tra quelli a carattere industriale. L’Asl ha «consegnato personalmente in tempi rapidi comunicazioni mirate e precise rivolte ai gestori dei pollai per autoconsumo intimando la sospensione del consumo e la cessione a terzi di uova contaminate (sic, ndr). La sospensione temporanea e l’utilizzo di alcune norme comportamentali fondamentali per la corretta gestione dell’allevamento avicolo rurale, inducono a pensare che potrebbero essere a seguito registrate significative riduzioni circa la presenza delle sostanze».

Al fine di informare la cittadinanza circa la delicata tematica, l’Asl Monza e Brianza ha realizzato una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta a tutti i consumatori abituali di uova rurali e ai produttori e consumatori del territorio. A partire dal mese di gennaio 2014 i cittadini troveranno presso studi medici, pediatri, farmacie, distretti sanitari e uffici postali locandine e prontuari caratterizzati da un uovo di gallina e l’headline: “Uova sicure da allevamenti sicuri”. All’interno l’Asl Monza e Brianza invita a seguire una serie di buone pratiche che permetteranno al potenziale consumatore di riconoscere un allevamento sicuro e all’allevatore di seguire alcune precise regole per mantenere i propri animali e i propri prodotti in sicurezza.

Ulteriori specifiche sul caso, sempre da parte dell’Asl: «Gli allevamenti da autoconsumo, come dice la definizione, sono caratterizzati da una parte dalla presenza di un numero non rilevante di animali e dall’altra da una produzione di uova destinate al detentore. La normativa non prevede che essi vengano censiti dai servizi veterinari dell’ASL perché non sono rilevanti ai fini della prevenzione di patologie trasmissibili all’uomo. Poiché siamo consapevoli che la produzione familiare di queste uova a volte comporta la cessione a terzi, la campagna informativa in oggetto non è rivolta solo ai proprietari di avicoli, ma anche al consumatore che eventualmente si rivolge a tale mercato. Gli effetti sulla salute dell’assunzione di sostanze inquinanti (come Diossine e PCB) sono direttamente correlati alla dose assunta, alla frequenza e alla durata del periodo di esposizione; queste sostanze si accumulano nei tessuti adiposi e possono causare nell’uomo e negli animali, nel medio – lungo periodo, patologie di diversa natura, anche di tipo tumorale, se assunti sopra i limiti massimi previsti dalla normativa europea».

«Riteniamo – commenta Matteo Stocco, commissario straordinario Asl Monza e Brianza – sia fondamentale compiere a pieno il nostro ruolo di tutela e informazione alla cittadinanza. Intendiamo dunque rassicurare tutti i cittadini circa il fenomeno e la sua portata contenuta. Ricordiamo infatti che gli allevamenti industriali non sono stati minimamente interessati dalla problematica e dunque la questione interessa solo alcuni allevamenti rurali del nostro territorio, in particolare gli allevamenti domestici».

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