Politica

Villasanta, la revoca dell’ex arbitro assessore infiamma la politica

Il sindaco Emilio Merlo ha revocato le deleghe da assessore dopo che ha scoperto dai giornali che Angelo Bonfrisco ha aderito ad una nuova lista civica.

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Gli ha revocato le deleghe da assessore dopo che ha scoperto dai giornali che ha aderito ad una nuova lista civica. Una decisione quella che il sindaco leghista Emilio Merlo ha preso nei giorni scorsi nei confronti dell’ex arbitro Angelo Bonfrisco, nominato nella sua giunta di centrodestra come assessore allo sport, che sembra aver provocato una frattura tra i due forse insanabile. L’ex sportivo infatti ha inviato un comunicato nel quale spiega la vicenda e conferma di voler presentare un ricorso al Tar contro una decisione considerata illegittima come quella del primo cittadino. Ma Merlo convinto di aver agito nel pieno rispetto delle regole non ci sta.

La lettera di revoca delle deleghe per Bonfrisco è arrivata lo scorso 14 dicembre ma i due politici avevano avuto un colloquio il giorno precendente quando tutto era già stato annunciato. «Il sindaco mi ha confermato di volermi togliere le deleghe solo perché avevo rilasciato un’intervista ad un giornale locale nella quale dicevo di aver partecipato ad alcune riunioni di una nuova lista civica – ha spiegato Bonfrisco – ho ovviamente fatto presente al  Sindaco che la notizia puramente giornalistica non poteva essere valido motivo di revoca, considerato che nell’articolo veniva indicato il nominativo di un altro assessore della giunta. Confermavo al Sindaco la mia partecipazione al gruppo di opinione Cambiamo Villasanta, alle cui riunioni una sera ha anche partecipato un assessore della Lega Nord, e che vi erano stati contatti anche con assessori della maggioranza, come da me appreso in seguito dal portavoce del gruppo di opinione. Il tutto era avvenuto nell’ambito di un normale libero dibattito e confronto politico, garantito dalla Costituzione, in vista delle eventuali alleanze per le prossime elezioni politiche villasantesi».

Insomma da quanto spiegato da Bonfrisco sembrerebbe tutto regolare. Il sindaco però nel documento ci è andato piatto: la sua una decisione legittima non è interesse pubblico di un assessore fare esternazioni politiche su eventuali candidature future. Ma il ricorso dell’ex assessore si regge su affermazioni giuridiche pesanti: «I motivi addotti dal sindaco sono contrari all’interesse pubblico ed al buon andamento ed imparzialità della Pubblica amministrazione in quanto contrari all’interesse dei cittadini villasantesi che mi hanno votato quale primo degli eletti della lista pdl – lega nel 2009 – è scritto nel ricorso – Il Sindaco pertanto non ha fatto un corretto uso del suo potere. Infatti: non ho mai effettuato alcuna scelta e mai preso posizioni in contrasto con le linee politiche del Sindaco e della maggioranza, soprattutto in relazione alle linee programmatiche del bilancio che sono state a suo tempo redatte e approvate dalla stessa maggioranza sia in giunta che in Consiglio Comunale. Quanto ai miei interventi in Consiglio Comunale, richiamati nella revoca, non riguardano il bilancio ma si riferiscono a considerazioni di carattere generale su eventi già svolti sul territorio. A conferma di ciò vi è che non ho ricevuto nessuna obiezione dopo lo svolgimento del Consiglio Comunale di presentazione del bilancio 2013,  né dal sindaco né dalla maggioranza , trattandosi per l’appunto di linee già concordate e  depositate agli atti. E poi si conclude: «Alla luce delle considerazioni sopra svolte e del non corretto uso del potere sindacale di revoca esercitato dal sindaco Merlo, contrariamente a quanto sostenuto nel decreto stesso, la revoca lede i miei diritti ed interessi legittimi, nonché le mie qualità personali e professionali e pertanto la mia immagine».

Il sindaco Emilio Merlo non ci sta e difende la sua posizione:« La revoca è stata solo dettata da motivazioni politiche, non condividevo quello che ha detto in consiglio comunale sul blancio e mi sono dissociato dall’assessore; inoltre potevo anche non dare la motivazioni a lui ma solo in consiglio». A questo punto la diatriba potrebbe spostarsi in un’aula di Tribunale.

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