Tassa di soggiorno: a Monza esplode l’ira degli albergatori

I turisti non sono contenti e gli albergatori lo sono ancora meno. Non è ancora stata approvata in via definita che la "tassa di soggiorno, che l'Amministrazione monzese ha intenzione di introdurre a partire dal 2014, fa già discutere.

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I turisti non sono contenti e gli albergatori lo sono ancora meno. Non è ancora stata approvata in via definitiva che la tassa di soggiorno, che l’Amministrazione monzese ha intenzione di introdurre a partire dal 2014, fa già discutere.

L’annuncio è arrivato  durante la seduta del consiglio comunale di Monza di lunedì scorso: «Due euro: questo il costo massimo di ogni singolo pernottamento nelle strutture alberighiere del capoluogo brianzolo. – ha spiegato nell’Assisi cittadina l’assessore al Bilancio Debora Donvito – servirà a “finanziare la promozione turistica e gli eventi in occasione di Expo 2015″».

La proposta, che strizza l’occhio alle casse del comune, fa invece strabuzzare quelli degli operatori del settore. «Non sono assolutamente d’accordo con la decisione dell’amministrazione di introdurre la tassa di soggiorno – ha spiegato Angelo Di Lucca, direttore dell’Hotel Mosca, in via Manara – Il risultato sarà l’allontanamento del flusso turistico da Monza. I paesi limitrofi non applicheranno l’imposta, non essendo capoluogo di provincia, e i clienti preferiranno recarsi altrove. Il turismo a Monza è legato essenzialmente al mondo del lavoro: perchà pagare una tassa per pernottare a Monza quando le vicinissime Lissone e Vedano non l’avranno?».

Una domanda questa che si è posta anche Silvia Villa, direttrice dell’ “Albergo antica trattoria dell’uva”, in piazza del Carrobiolo: «Ci troviamo in un momento di profonda crisi economica e l’introduzione di una nuova imposta non è certo un elemento positivo nè di aiuto alla categoria. Forse si potrà pensare che qualche euro possa essere una cifra irrisoria ma non è così: la gente è attenta anche al singolo euro e sempre alla continua ricerca dell’offerta». “Se Monza fosse una città turistica e all’avanguardia per i servizi offerti si potrebbe anche far pagare la tassa. Ma invece…“: questo lo sfogo di Martino Biassino, titolare della centralissima “Locanda San Paolo”, sita nell’omonima piazza monzese: «In altre città, ad esempio a Milano, la tassa di soggiorno funziona, si tratta semplicemente di una questione di abitudine. La nostra clientela è legata principalmente al mondo del business. Turisticamente parlando Monza non ha molto da offrire: prima si devono offrire dei servizi adeguati e poi si può pensare di richiedere un’imposta». L’imposta si tradurrà in un ulteriore sforzo lavorativo? «Certo che si – ha commentato Biassino – Per non parlare di quando si dovranno richiedere le documentazioni necessarie per usufruire dell’esenzione, ad esempio alle persone malate che giungono in città per sottoporsi a cure mediche: una procedura davvero antipatica».

La volontà dell’amministrazione, oltre che agli albergatori, non piace neppure agli affittacamere: per loro la tassa di soggiorno sarà di 1,50 euro a notte: «Si tratta di un provvedimento privo di senso – ha detto Riccardo Pozzi, responsabile del “The Penthouse”, in via Italia – Rivalersi sui turisti non è corretto: manca un museo degno di essere definito tale e, fatta eccezione per l’Autodromo, le attrazioni scarseggiano. Per non parlare dell’ulteriore peso lavorativo che graverà sulle nostre spalle. Un balzello di natura mediovale: di questo si parla, accostare Monza alla parola turismo è oggi quantomai azzardato».

 

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