Attualità

L’Autodromo di Monza che non c’è, ma che ora deve pagare le tasse…

Comune e Sias hanno accatastato i 220 ettari occupati dall'impianto sportivo. Scoperte decine di nuove tribune. Non erano censiti anche i box e il centro medico

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Dopo il Golf Club, adesso tocca all’Autodromo di Monza passare sotto i raggi del Catasto. Il Comune, d’accordo con Sias, la società che gestisce l’impianto sportivo, e con la collaborazione di un professionista esterno, ha censito i 220 ettari occupati dal “Tempio della velocità brianzolo”.

Il risultato ha fatto emergere il mancato accatastamento di numerose nuove costruzioni, dalle tribune in acciaio alla palazzina del box, passando per le salette ospitalità. Insomma, un vero e proprio Autodromo fantasma, fermo secondo le carte agli anni Cinquanta. L’operazione è stata avviata nel 2010, ma è rimasta ferma più di un anno a causa di alcune complicazioni con la costruzione di un nuovo distributore. Per la verifica sono stati utiizzati strumenti topografici e Gps e, addirittura, per ben tre volte sono stati percorsi i quasi 6 chilometri del nastro d’asfalto prendendo 2 mila punti di riferimento.

Alla fine sono state registrarte decine di nuove tribune, il centro medico e anche sostanziose modifiche del tracciato della pista come la Variante Ascari. Il rilevamento è quasi ultimato. La realzione finale sarà presentata in giunta entro gennaio. Dopo di che, il tutto passerà all’ufficio Truibuti per verificare a quanto ammonta l’Ici pregressa. Una verifica analoga era stata fatta anche sul Golf Club Milano.

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