Giussano, cinque nuovi letti per l’Hospice. E Mantovani “salva” l’ospedale

Cinque nuovi posti letto per l’Hospice di Giussano. L’ampliamento, che porta a 20 le postazioni per i degenti, è stato possibile grazie al contributo di Cancro Primo Aiuto.
Cinque nuovi posti letto per l’Hospice di Giussano. L’ampliamento, che porta a 20 le postazioni per i degenti, è stato possibile grazie al contributo di Cancro Primo Aiuto, associazione che da anni si occupa dell’assistenza socio-sanitaria a favore degli ammalati di cancro e delle loro famiglie. La sempre più numerosa richiesta di cure palliative da parte del territorio, con un’occupazione dei posti letto mediamente del 95% e una lista di attesa di 7 giorni, secondo i dati forniti dall’azienda ospedaliera di Desio-Vimercate, ha portato alla donazione di 350 mila erogata del consigliere di Cancro Primo Aiuto, Pierantonio Agrati, imprenditore di Veduggio, il quale ha reso possibile l’incremento dei posti letto.
La tipologia dei casi trattati è rappresentata nell’85% da pazienti oncologici, con una media stimata di degenza prima del decesso di 15 giorni. Le nuove stanze, di venti metri quadri, provviste di cassaforte, tavoli da pranzo e poltroncine, sono immerse nel verde. Gli spazi comuni sono stati leggermente ridimensionati dalla ristrutturazione ma impreziositi da televisioni e aree giochi per i bambini in visita. Con i cinque nuovi posti letto sarà possibile ridurre i giorni di attesa presso la struttura sanitaria diretta da Annamaria Colombo.
All’inaugurazione presente anche l’assessore alla Sanità e vicepresidente di Regione Lombardia, Mario Mantovani, protagonista di un curioso episodio con il sindaco di Giussano, Paolo Riva, chiamato dallo stesso Mantovani sul palco per un saluto. Il primo cittadino giussanese ha chiesto «a bruciapelo» all’assessore se Regione abbia intenzione di «salvare l’ospedale di Giussano», che da qualche mese vive nell’incertezza del proprio futuro. Mantovani ha dapprima glissato per poi specificare nel corso del suo intervento che «Regione Lombardia non ha bisogno di chiudere nessun ospedale e che non ha intenzione di perdere la propria salute di qualità».