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Intervista a Laura Colombo, consigliera di Brianza per il Cuore

In occasione dei 18 anni di Monza per il Cuore, MBNews ha intervistato la responsabile del progetto Monza Cardioprotetta Laura Colombo di Brianza per il Cuore

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Brianza per il Cuore, l’associazione che ha come scopo quello di combattere e prevenire le malattie cardiovascolari, è presente sul territorio di Monza e provincia dal 1995. Ora che è diventata maggiorenne, con i suoi 18 di attività, abbiamo colto l’occasione per parlarne con la responsabile del Progetto Monza Cardioprotetta Laura Colombo.

Quali sono le motivazioni che oggi La spingono a credere in Brianza per il Cuore?

«Moltissime. Comincerei con l’entusiasmo e passione che noi membri dell’associazione abbiamo nel dedicarvi molto tempo giorno per giorno. Crediamo nella necessità di un’accurata prevenzione delle malattie cardiovascolari: per esempio, condurre una vita sana fin dalla giovane età è importantissimo. La patologia cardiaca è la prima causa di morte, ma si sa e si deve sapere che i primi 5 minuti di intervento fanno la differenza tra la vita e la morte  evitando cause invalidanti».

isoledellasalute-monza-brianzaperilcuore-laura-colombo-mbTra eventi, manifestazioni e iniziative, qual è oggi il Suo giudizio circa l’operato svolto finora?

«Nel 2015 Brianza per il cuore compirà 20 anni. I progetti svolti in questo periodo sono stati molteplici, tutti mirati ad ottimizzare la lotta alle malattie cardiovascolari: l’apertura della cardiochirurgia al San Gerardo di Monza, e quella della centrale operativa del 118 nella nostra struttura ospedaliera, il progetto Ecmo (extra-corporeal membrane oxygenation, il sistema di ossigenazione extracorporea per aumentare l’apporto di ossigeno a chi viene colpito da infarto), la diffusione delle Card 118 informative per riconoscere le emergenze, la donazione del Pma (posto medico avanzato, un’ambulanza per le grandi emergenze), e l’installazione di Ecg (elettrocardiogramma) nelle ambulanze in collegamento con unità operativa. E ancora: le “Isole della salute”, la formazione nelle scuole per diffondere le tecniche di rianimazione cardiopolmonare, la creazione di borse di studio, l’informatizzazione nel reparto di cardiologia e cardiochirurgia, la diffusione e distribuzione di defibrillatori alle ambulanze, ai mezzi delle forze dell’ordine e nelle strutture private, con corsi di addestramento ai responsabili. Infine il progetto, partito nel 2012, di “Monza città cardioprotetta” con l’installazione di 13 defibrillatori nelle vie di Monza a disposizione di 24 ore su 24 a tutti i cittadini di Monza. Vedendo l’elenco dei nostri progetti realizzati credo che sia evidente il nostro grande impegno, la nostra dedizione, e la nostra soddisfazione».

Tra le cose fatte, qual è il risultato che La inorgoglisce di più? Mentre cosa si può ancora migliorare?

«Tutti questi progetti sono motivo, più che di orgoglio, di soddisfazione. Il progetto “ Monza Città Cardioprotetta “ è stato sicuramente molto importante: forse lo è ancora di più l’avere invogliato numerosi cittadini ad iscriversi e frequentare i nostri corsi di rianimazione cardiopolmonare e utilizzo del defibrillatore. Questa è una cultura ancora troppo poco sviluppata in Italia: dobbiamo incentivarla fino a raggiungere risultati come molti Paesi più sensibili a questi temi. Solo con quest’ultimo progetto, da novembre 2012 ad oggi, abbiamo formato quasi 1000 cittadini alle manovre di rianimazione».

Come L’ha cambiata questa esperienza?

«Sicuramente in modo positivo, avendo la consapevolezza di lavorare per il bene della mia città. L’essere a contatto quotidiano con i monzesi e le altre associazioni di volontariato ha certamente arricchito il mio modo di essere e pensare, e mi ha fatto apprezzare le qualità di molte persone».

La crisi colpisce l’economia italiana, ma anche la solidarietà?

«Certamente sì, ora è molto più difficile ottenere elargizioni, e spesso anche le piccole donazioni sono diminuite. Lavorando sul territorio con progetti importanti ed economicamente impegnativi, però, ho riscontrato comunque un ritorno insperato. La nostra associazione ha sempre bisogno di risorse economiche per i progetti: ovviamente la campagna per aumentare gli associati è fondamentale».

Quali sono i piani per il futuro?

«In questo momento, soprattutto consolidare i progetti già realizzati. Vorremmo aumentare ed installare altri defibrillatori esterni nelle vie di Monza più periferiche, sensibilizzare sempre di più la cultura dell’intervento immediato, incentivando i corsi alla popolazione, e procedere anche nelle scuole per una cultura improntata ad una vita sana e alla prevenzione. Infine, vorremmo continuare la collaborazione con la cardiologia aiutandola a migliorare la struttura con apparecchi all’avanguardia, e riuscire a fornire di defibrillatori tutti i mezzi circolanti nella nostra città, come per esempio quelli della polizia locale. Abbiamo poi altre nuove idee che sono però ancora in stato di sviluppo».

by G.S.

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