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Divario tra salari, in Svizzera un referendum per regolarlo. E in Italia?

Il 24 novembre la Svizzera andrà a votare per un referendum che propone di fissare a un rapporto di 1:12 il divario massimo tra gli stipendi all'interno di una stessa azienda. In Italia il rapporto è di 1:163.

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Diminuire il divario tra i salari. È quello che propongono in Svizzera, con un referendum che si terrà domenica 24 novembre. L’iniziativa, presa già nel 2011 dalla JUSO (Gioventù socialista svizzera), prevede di introdurre delle modifiche nella Costituzione per regolare in modo più equo la proporzione tra i salari, secondo il rapporto di 1:12. In pratica significa che, all’interno di una stessa azienda, nessuno stipendio mensile potrà essere superiore a quello minimo annuale.

«Un salario 12 volte più elevato può bastare», dicono i promotori della campagna, ma in realtà il rapporto è più che altro un’indicazione, ed è proporzionato alle ore di lavorative: per esempio, se un dirigente lavora 60 ore alla settimana il suo stipendio sarà 18 volte superiore a quello di un suo dipendente che ne lavora 40. Inoltre, sono anche previste delle eccezioni: i salari di persone con lavoro part-time, in formazione, in stage o con posti di lavoro protetti non verranno conteggiati come “stipendio minimo”.

Il referendum è motivato dalla crescita esponenziale del divario tra i salari svizzeri negli ultimi anni: nel 1984 il rapporto tra lo stipendio minimo e quello massimo era di 1:6, nel 1998 di 1:13, nel 2011 di 1:43.

E in Italia? Gli svizzeri si indignano per un rapporto di 1:43, ma da noi, secondo uno studio della Fisac-Cgil, il rapporto è di 1:163, con punte anche superiore se andiamo a considerare i top manager delle grandi aziende.

Voi cosa ne pensate? Equità o attacco al libero mercato? Minaccia o tutela sociale?

 

by G.S.

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