Cultura

Catalano Gonzaga a Monza: quelle fotografie di bimbi per riflettere sui cambiamenti climatici

Le immagini esposte porteranno i visitatori in un viaggio nei luoghi più aspri del nostro pianeta dove la vita dell’uomo e dei bambini è continuamente messa a rischio.

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Una mostra fotografica che non si ferma e viaggia: prima in Asia e in l’Africa e fra poco sarà la volta dell’America del Sud. Ora fa sosta all’Arengario a Monza dal 12 al 24 novembre. Una mostra fotografica che racconta e rende consapevoli, perchè documenta i devastanti effetti del cambiamento climatico sull’infanzia. Alcuni sguardi nei ritratti di Catalano Gonzaga lasciano il segno tanto sono profondi. Quando li si guarda non si trova il fondo.

È stata inaugurata venerdì pomeriggio scorso “Child survival in a changing climate” a cura  del fotografo romano Luca Catalano Gonzaga. Dopo una laurea in Economia e anni di professione nel settore della comunicazione e della pubblicità per conto di grandi aziende, dal 2008 si è dato interamente alla sua passione. Una storia particolare la sua, che spinge a riflettere: il suo cambio di vita fa capire già da sé quanto sia importante fermasi, guardasi intorno e vedere dove ci sta portando tutto quello che facciamo. La sua macchina fotografica per 3 anni – durata di questa prima tranche del progetto – si è occupata di indagare gli effetti dei cambiamenti sull’ambiente e sugli stili di vita delle popolazioni, i particolare dei minori. Nonostante le orribili tragedie raccontate sono fotografice piacevoli, che catturano lo sguardo: Gongaza è delicato e ha saputo catturare quei momenti di vita dei bambini senza dare un pugno nello stomaco a chi li osserva.

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Da sinistra Francesca Dell’Aquila e Luca Catalano Gonzaga

Le immagini esposte porteranno i visitatori in un viaggio verso i luoghi più aspri del nostro pianeta, dove la vita dell’uomo è continuamente messa a rischio: Nepal, Burkina Faso, Mongolia Zambia, Bangladesh. Al centro del percorso espositivo uno spazio è stato dedicato alla tragedia dei bambini nel più grande campo profughi del mondo, quello di Dadaab in Kenya a 30 km dal confine somalo, abitato da 400.000 eco-rifugiati in fuga dalla più grave siccità e conseguente desertificazione del Corno d’Africa.
“Questo è stata l’esperienza più toccante, doveva essere un campo temporaneo e invece i bambini nascono e crescono lì senza istruzione, senza lavoro e senza prospettive – racconta il fotoreporter – Ma ogni paese ha la sua problematica: in Bangladesh ho visto intere famiglie dedicare parte della loro giornata a raccogliere fango per costruire argini, i bambini non avevano tempo né per giocare né per andare a scuola. Difficile anche il viaggio in Zambia dove la malaria fa registrare con 50.000 decessi infantili all’anno”.

Il reportage porta anche un pizzico di speranza con le con le immagini del campo eolico di Dhule in India. Una testimonianza positiva dell’operato dell’uomo, si tratta di 650 pale rotanti su 50 kmq ognuna delle quali produce 1,25 kw di elettricità all’ora, l’equivalente del fabbisogno di 400 abitazioni. Intorno a questa nuova economia, che elimina la produzione di 70.000 tonnellate di anidrite carbonica all’anno, è nata una città: i bambini di Dhule sono il primo passo verso la grande sfida che l’umanità dovrà necessariamente affrontare nei prossimi anni.

La mostra è il frutto di tre anni di lavoro, ma il viaggio, il progetto continua. “Ora parte la seconda parte, perché di storie da raccontare ce ne sono ancora molte. Fra poco volerò in Brasile e anche lì mi fermerò tre settimane” aggiunge il 48enne  Gonzaga. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Nando Peretti e dal Comitato Italiano per l’UNICEF. “Siamo orgogliosi di ospitare in città un’esposizione di tale livello che ha già vinto difersi premi internazionali – commenta l’assessore alle Politiche culturali e di sostenibilità del comune di Monza Francesca Dell’Aquila – La cultura deve essere sempre di più un veicolo per diffondere messaggi come quello che vediamo qua oggi”.

Approdata a Monza la mostra sarà aperta, ingresso libero, fino al 24 novembre (da martedì a venerdì 15-19 ; sabato, domenica e festivi 10-19; chiuso lunedì), è stata realizzata dal Comune di Monza in collaborazione con Witness Image, un’associazione senza scopo di lucro che promuove e supporta l’educazione e il rispetto dei diritti e delle libertà come sancito dalla risoluzione 217A della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

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