Economia

Monza viaggio tra le bancarelle tra crisi, ottimismo e tasse

Un mercato sempre più vuoto quello di Monza, che subisce anche'esso la crisi profonda che sta mettendo in ginocchio il Paese. Dal fruttivendolo al banco dei casalinghi, da quello di abiti a quello del pesce, i venditori in piazza Cambiaghi sono sempre più scoraggiati. «La speranza è l’ultima a morire – dice Luca dalla sua bancarella di vestiti - ma stiamo perdendo anche quella».

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Un mercato sempre più vuoto quello di Monza, che subisce anche’esso la crisi profonda che sta mettendo in ginocchio il Paese. Dal fruttivendolo al banco dei casalinghi, da quello di abiti a quello del pesce, i venditori in piazza Cambiaghi sono sempre più scoraggiati. «La speranza è l’ultima a morire – dice Luca dalla sua bancarella di vestiti – ma stiamo perdendo anche quella».

«Si è tutti in mezzo una strada» ha esordito l’ambulante del banco del pesce in piazza Cambiaghi giovedì. Angelo, proprietario del banco di rosticceria da cinquant’anni nonostante la crisi, invece, mantiene l’ottimismo. Grazie alla sua esperienza ha imparato che in un periodo di crisi «la gente torna ai banchi dove i prezzi sono buoni». Ed è questa la sua forza. L’unico argomento che lo preoccupa sono le tasse «Le leggi sono fatte per impedire di lavorare – lamenta – è solo burocrazia».

mercato3I banchi di frutta e verdura vivono parecchia concorrenza, si sono aggiunti infatti al mercato di Monza ben tre nuovi fruttivendoli. Mustafà, da sei anni lavora al mercato e la situazione degli ultimi tempi la definisce “strana”. Dalle sue parole si capisce come sia più dura andare avanti.  Il suo banco ha mantenuto i soliti prezzi ma essendo aumentato l’acquisto dai rivenditori il guadagno ne esce per forza diminuito. Sabrina, del banco accanto, è da vent’anni che vende frutta e verdura al mercato «Ci impegniamo ma con questa crisi la concorrenza dei marocchini si fa sentire – dice – non ci rimane che puntare sulla qualità».

Il settore del pesce vede solo banchi gestiti da italiani. Patrizia è da cinquant’anni che ci lavora . «In un mese, non so se a causa della fine delle scuole e della gente in vacanza – racconta – c’è stato un calo del 60% del lavoro». «Il campo del pesce subisce l’idea comune dell’alto prezzo in confronto alla carne – continua – persone che prima acquistavano un chilo ora ne prendono solo quattro o cinque etti, sono arrivata a fare scontrini da un euro, cosa che non accadeva da 5 anni». Le tasse sicuramente non aiutano questi lavoratori, sono rimaste statiche in confronto agli anni precedenti ma rimangono generalmente troppo alte. Questa è la loro denuncia.

mercato6E se la gente ormai per risparmiare taglia perfino sul cibo, i banchi di accessori la crisi la sentono ancora di più. La bancarella di Fatiha, che vende accessori per la casa, da due anni non guadagna quasi più nulla «Non ho neanche i soldi per pagare la spesa, le tasse sono altissime e la gente ormai va nei supermercati». Nessuno fermo all’unico banchetto di vestiti presente in piazza. «Non si riesce ad andare avanti siamo un settore non tutelato e quest’anno il tempo non aiuta – lamenta la proprietaria sessantenne – è un bel mercato ma vuoto”. Anche per questo settore il prezzo dai rivenditori è aumentato andando ad incidere maggiormente sul già dimezzato guadagno di questi lavoratori. E continuando il nostro viaggio tra piazza Cambiaghi e piazza Trento Trieste la musica non cambia tra le note di chi resta ottimista nonostante tutto e chi invece maledice questa crisi.

By S.T.

 

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