Un altro giro di vite all’evasione fiscale

Mille miliardi di euro: ecco il costo complessivo dell'evasione fiscale. Una cifra che non è possibile ignorare, soprattutto nell'attuale contesto di crisi economica-sociale. Bisogna contrastare le frodi fiscali per permettere agli Stati membri di tornare a crescere e di avere il denaro necessario per investire in settori strategici, quali industria, occupazione e ricerca.


Mille miliardi di euro: ecco il costo complessivo dell’evasione fiscale. Una cifra che non è possibile ignorare, soprattutto nell’attuale contesto di crisi economica-sociale. Bisogna contrastare le frodi fiscali per permettere agli Stati membri di tornare a crescere e di avere il denaro necessario per investire in settori strategici, quali industria, occupazione e ricerca.

Ecco perché l’ultimo Consiglio Europeo del 22 e 23 maggio si è concentrato in modo particolare sui sistemi fiscali degli Stati membri e ha approvato all’unanimità la predisposizione di uno scambio automatico d’informazioni tra le diverse banche nazionali. In base a questo provvedimento, sarà quindi possibile identificare i titolari di depositi bancari non residenti e verificare che essi siano in regola con le legislazioni fiscali.

L’accordo è stato raggiunto grazie anche al cambiamento di rotta di Austria e Lussemburgo: i due paesi avevano a lungo espresso dubbi sulla cosiddetta Direttiva sui risparmi, in particolare sulla diffusione dei dati dei risparmiatori stranieri. In seguito alle intese raggiunte, l’accordo potrà entrare in vigore entro fine anno, segnando una svolta importante nella lotta contro le frodi.

Nel frattempo, vanno avanti i negoziati con Svizzera, Lichtenstein, Andorra, Monaco e San Marino per far sì che questi Paesi continuino ad applicare norme equivalenti a quelle dell’Unione europea in tema di riciclaggio, evasione ed elusione fiscale. Per riuscire ad arginare definitivamente il fenomeno, è, infatti, indispensabile che si sviluppino misure non solo a livello nazionale ed europeo, ma anche e soprattutto a livello mondiale, considerando la libera circolazione dei capitali odierna.

Visti i progressi in corso nel suo territorio, l’Unione europea si ritaglierà un ruolo chiave nei prossimi mesi per promuovere una nuova norma internazionale in tema di scambio automatico d’informazioni e far sì che anche i paesi in via di sviluppo rispettino norme adeguate di buona governance in materia fiscale, approfittando quindi dei prossimi Summit globali per negoziare un accordo.

La strada è ancora in salita, ma il Consiglio europeo (i Capi di Stato e di Governo dei 27) ha dimostrato la volontà comune degli Stati membri di impegnarsi a fondo in questa lotta, sempre più al centro della vita dei cittadini europei.

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