
Caro Direttore,
Monza-Resegone 3 squadra arrivatalunedì leggeremo racconti mirabolanti ed epici della Monza Resegone, sia su MBNews, che su portali dedicati come podisti.net, che su testate di portata nazionale.
Giustamente, perchè questa competizione travalica i limiti della Brianza podistica; per chi non la conosce (chi?) si tratta di una competizione podistica a squadre (terne di atleti) che in notturna partono dall’Arengario ed arrivano in Capanna, ossia dal centro di Monza fin quasi alla vetta del Resegone.
Circa 42 chilometri, dei quali una trentina in dolce “saliscendi” lungo la statale 36 e gli ultimi, da Calolzio ad Erve e oltre… beh, guarda l’altimetria per immaginare (o forse lo conosci già?); oltre 1000 metri di dislivello, compreso il famigerato Pra’ di Ratt, il girone dantesco dove con torcia sulla testa e grinta tra i denti ci si arrampica esausti.
Ebbene, in questa sintetica descrizione è difficile ravvisare i motivi di un successo tanto coinvolgente: “solo lo 0,01% della poplazione mondiale conclude una maratona; di questi, pochi hanno mangiato la salamella” sono solito dire…
Già… se sei alla tua prima esperienza, sei “fortunato”: quando sali sulla passerella di partenza ed Enrico Dell’Orto della Società Alpinisti Monzesi annuncia il tuo nome al pubblico, sei emozionato, ma ignaro.
Se è la prima volta, beh… ci vuole fegato.
Perchè in questa notte che trascorrerai in condizioni uniche avrai modo di vivere emozioni crude e crudeli, come raramente accade in altre competizioni; il mix di fattori sopra citato, cioè la corsa in notturna, l’essere una squadra dove il tempo che conta è quello dell’ultimo, la fatica estrema di uno sforzo che non sembra finire mai, la gioia di un arrivo remoto ed ormai insperato.
Si vive molto più intensamente di quanto si corra, in questa notte; un caleidoscopio di emozioni, sofferenze, entusiamo, caratteri, determinazione ed amicizia vera.
Mi piace molto il contrasto che si prova in Capanna: un luogo angusto per tutti quegli atleti, adatto a ben altri silenzi, dove ci si cambia, rifocilla, piange, dorme in condizioni decisamente rustiche e spartane.
Eppure, chi si trova lì, pur sporco, dolorante e puzzolente, è immensamente felice, quanto non potrebbe esserlo nel più lussuoso degli alberghi; lo vedi negli occhi dei pazzi che vi arrivano: c’è una luce di soddisfazione unica ed irripetibile.
Quella salamella e birretta poi, tradizionale ristoro dell’atleta, beh, sono le più esclusive che esistano sulla faccia della terra: pochissimi possono davvero assaporarle. E giustamente la maglia di Affari &Sport, riservata ai valorosi che concludono la gara, dice: “mi lu fada!”.
Lasciami, infine, fare un ringraziamento a chi rende possibile questo evento, che onora la nostra città ed è amato profondamente in tutta la Brianza: la Società Alpinisti Monzesi!
Ben conosco le difficoltà logistiche, burocratiche, economiche di questa impresa e mi piacerebbe che chi l’affronta provi una sincera riconoscenza verso questi nostri concittadini che si dannano per mesi per la buona riuscita di un evento tanto complesso quanto magnifico.
Grazie di cuore.
Buona Monza Resegone, dunque, ci si vede in Capanna!
di Guido Locati