L’imprenditore al tempo della crisi fra rinunce e scelte (dolorose)

Rinunciano alle cene e agli aperitivi, magari alla palestra o al centro benessere, ma non alle vacanze e allo shopping.
Rinunciano alle cene e agli aperitivi, magari alla palestra o al centro benessere, ma non alle vacanze e allo shopping.
Per l’imprenditore moderno più o meno logorato dalla crisi, ferie e vestiti rappresentano l’ultimo baluardo di ciò che è stato e che molto probabilmente non sarà mai più. Camera di commercio Monza e Brianza ha messo a punto un nuovo studio dal titolo «Cosa cambia con la crisi» per capire come si sono modificati i comportamenti degli imprenditori lombardi in questi ultimi tre anni di vacche.
Meglio: magrissime. Per esempio: tre imprenditori su cinque stanno dando fondo ai risparmi del conto personale per mantenere in vita l’impresa, una scelta che incide sul tempo libero e pure sulle abitudini alimentari: quasi la metà (43%) decide di saltare la cena fuori e uno su tre si dà da fare con menù low cost (34,2%).
E ritorna la schiscetta per il 31,1% di chi per pranzo non ha la fortuna di lavorare vicino a casa o di avere una mensa aziendale. Il dato saliente, tuttavia, è che sebbene in molti siano stati costretti a diminuire i giorni o scegliere hotel meno dispendiosi, in pochi dicono di volere rinunciare alle vacanze o allo shopping. O comunque sono in fondo alla lista dei sacrifici.
I dati dicono che in Lombardia in media un imprenditore su tre rinuncerà alle vacanze. A Brescia e Bergamo sembra essere diventato un lusso per pochi: rispettivamente il 54,5% e il 47,8% prevede di non partire, mentre a Milano, Monza e Brianza e Varese si parte presentando però più attenzione al budget.
Sono invece gli imprenditori di Brescia e Bergamo ad aver fatto ricorso più che in altre province lombarde al proprio patrimonio personale per far fronte alla crisi, si tratta rispettivamente del 75,8% e del 73,9% degli imprenditori, mentre Monza e Brianza è in linea con la Lombardia (65,4%).
Foto di Lucilla Sala