Nel 2013 spese per il Consiglio Regionale ridotte del 50%

Un taglio netto ai costi della politica: dai 27 milioni del 2012, le spese per il funzionamento del Consiglio regionale passeranno nel 2013 a 13 milioni di euro, con un risparmio superiore al 50%.


Un taglio netto ai costi della politica: dai 27 milioni del 2012, le spese per il funzionamento del Consiglio regionale passeranno nel 2013 a 13 milioni di euro, con un risparmio superiore al 50%.

Lo ha annunciato oggi nel corso di una conferenza stampa il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, riferendo le conclusioni del gruppo di lavoro che in sole tre settimane ha predisposto un provvedimento di legge che andrà in Aula martedì 18 giugno. Oltre al Presidente in conferenza stampa erano presenti Mauro Parolini e Claudio Pedrazzini (PdL), Massimiliano Romeo (Lega Nord), Stefano Bruno Galli (Maroni Presidente), Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati), Alessandro Alfieri (PD), Lucia Castellano (Lista civica Ambrosoli) e l’Assessore all’Economia Massimo Garavaglia. Non ha partecipato nessun rappresentante del Movimento 5 Stelle, che aveva abbandonato i lavori del tavolo dopo la prima riunione.

In dettaglio, il documento introduce risparmi per 5 milioni (da 9 a 4 milioni) alla voce personale dei gruppi, di 3 milioni e 200 mila euro per le spese di funzionamento dei gruppi (da 3 milioni 700 mila si scende a sole 500 mila), e di 5 milioni e 700 mila euro per le indennità dei Consiglieri, con una riduzione del 40%. In totale si risparmiano 13 milioni e 900.000 euro, passando da 26mila e 950 euro a 13 milioni e 50 mila euro. 

Subisce un forte taglio anche lo stipendio dei Consiglieri regionali, che passa dai precedenti 8500 lordi (4760 netti) di indennità di funzione a 6300 lordi (3550 netti). Vengono inoltre abolite le spese di diaria, missione e trasporti che ammontavano a 8.300 euro, sostituite ora da un forfait omnicomprensivo di 4200 euro.

Con questo provvedimento viene inoltre confermata l’abolizione dei vitalizi e delle indennità di fine mandato, che comporterà per il Consiglio regionale un risparmio annuo di 6,5 milioni di euro. La Lombardia, che pure è la regione con il maggior numero di abitanti, si confermerà quindi come la più virtuosa per quanto riguarda i costi della politica (si veda a titolo esemplificativo la tabella sotto riportata che mette a confronto gli emolumenti dei Consiglieri regionali di alcune regioni campione del nord e del sud).

Un progetto di legge che chiude i conti con il passato e apre un nuovo corso”, è il commento del Presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo. “Il lavoro del gruppo ha portato i suoi frutti e oggi diamo un segnale chiaro, presentando tutti insieme, Consiglio e Giunta, un provvedimento che ridurrà i costi della politica nel Consiglio regionale lombardo di oltre il 50% con un risparmio di circa 14 milioni di euro. In questo momento in cui il Paese sta attraversando una fase difficile, è giusto che anche la politica dia un segnale di sobrietà. Questo progetto di legge testimonia che, dopo gesti simbolici come il caffè a prezzo pieno alla buvette, stiamo facendo davvero sul serio”

“In un periodo di crisi e di difficoltà come quello attuale -ha aggiunto l’assessore Massimo Garavagliaera giusto che la politica mandasse un segnale forte e la Regione Lombardia ha saputo darlo subito attraverso questa proposta di legge che taglierà pesantemente i costi del parlamento regionale”.

Con questa legge – ha detto il capogruppo del PdL Mauro Paroliniil Consiglio Regionale dà un segnale chiaro che la politica non vive su un’isola felice, ma ha ben presente il contesto di crisi che l’intero Paese sta vivendo e ne è partecipe. Regione Lombardia si dimostra amministrazione di eccellenza, andando ben oltre le indicazioni del Governo Monti tanto da ridurre del 55% i costi. Inoltre, grazie a questo provvedimento, il Consiglio regionale costerà ad ogni cittadino lombardo solo 1,30 euro l’anno, un dato unico nel panorama italiano”.

Soddisfatto anche il capogruppo del Pd Alessandro Alfieri: “Il Consiglio regionale ha fatto la sua parte trovando l’accordo su norme che sono più restrittive rispetto a quelle approvate da tutte le altre regioni. Abbiamo tenuto un livello inferiore a quanto previsto dal decreto Monti e siamo gli unici a non prevedere il trattamento di fine mandato per i Consiglieri. Ora tocca alla Giunta, che ha dotazioni ben più cospicue, fare la propria parte, affrontando la razionalizzazione del sistema delle aziende partecipate e tagliando i compensi dei manager pubblici”.

Un’opinione condivisa da Lucia Castellano, capogruppo della Lista Ambrosoli, che ha invitato la Giunta a ”tagliare i costi e fissare un tetto alle retribuzioni dei manager”.
”Se dovesse essere riproposto un secondo tavolo su questo tema noi ci saremo – ha detto il capogruppo della Lista Maroni Stefano Bruno Galli -, intanto e’ stato deciso un taglio significativo delle spese per la politica senza incidere sui costi necessari per la democrazia’‘.
E il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo ha sottolineato che “questo taglio, unico in tutto il Paese, va a sommarsi all’eliminazione del vitalizio e del TFR che il Consiglio Regionale ha abrogato già nella scorsa legislatura, dando un doveroso segnale di austerità nei confronti dei cittadini lombardi in un momento di crisi economica”.


fonte: ufficio stampa Consiglio Regionale della Lombardia

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