MoMoT, percorso vita verso l’Olimpo della Brianza

 

monza montevecchia 2013 tizio con maschera e boccaglioLa maschera e il boccaglio non sono serviti eppure c'era chi in borsa, per scherzare, ce li aveva. Ci sono voluti però grinta, forza (molta), e quel pizzico di follia per partecipare e finire la Monza Montevecchia ecoTrail seconda edizione.


 

monza montevecchia 2013 tizio con maschera e boccaglioLa maschera e il boccaglio non sono serviti eppure c’era chi in borsa, per scherzare, ce li aveva. Ci sono voluti però grinta, forza (molta), e quel pizzico di follia per partecipare e finire la Monza Montevecchia ecoTrail seconda edizione.

Iscritto all’ultimo anche il dio Apollo, che ha portato il sole dopo le piogge in stile amozzonico che si sono abbattute sulla Brianza. Iscritti, quindi, 170, arrivati alla fine 163. Non male soprattutto se tra il dire e il fare c’erano guadi con rogge impetuose, c’erano fango e sali e scendi fino alla prova finale del Gran Premio della Montagna Beta Utensili (700 metri di dislivello positivo) che i più hanno passato proprio cercando di ricordare il giorno in cui si erano iscritti.

Vincono i migliori. Come sempre nello sport, e nella Monza Montevecchia ecoTrail i migliori andavano in coppia come si correva negli tra gli anni 60 e 70 la vecchia Monza a Montevecchia, che però era su asfalto, e come hanno fatto ieri i vincitori, Dario Rognoni e Orazio Bottura (2H19’36”), come tra le donne Noemy Gizzi e Monica Casiraghi (2H58’33”) e come Chiara Moras e Dario Marchini (2H50’39”) per le coppie miste.

monza montevecchia 2013 guado1E gli altri? A grinta, coraggio e follia non sono stati da meno. Neppure quelli che non l’hanno finita perché fin dai primi chilometri la MoMoT (così è soprannominata dal Monza Marathon Team che la organizza assieme alla Società Alpinisti Monzesi e con la collaborazione de IBoccia di Verano), presenta un sentiero dove ci sono ortiche che mordono tanto che pungono e c’è tanto fango che sembra di essere in una beauty farm (perché la MoMot ti rende più bello). Mentre gli atleti, coppie maschili, femminili ma anche miste uomo-donna (e sono le migliori per me, ndr), scoprono una Brianza dagli antichi contorni e soprattutto dai colori imprevisti, arrivano i guadi della Valle del Pegorino. Al primo gli atleti sorridono per la sorpresa, neanche tanto inaspettata su questo percorso trail, ma all’ennesimo i piedi si fanno freddi, la fatica inizia a farsi sentire e mancano ancora circa trenta chilometri. Ci saranno altri guadi, ben peggiori, altre salite, ben peggiori, ma alla fine, ci sarà quel traguado, che anche se passi poco prima del tempo limite, troverai gli applausi di tutti.

Sulla loro strada i pellegrini sporchi di fango si sono riscoperti passo dopo passo bambini che giocano con le pozze e atleti che scommettono con loro stessi. C’è chi si prende in giro e c’è chi prende in giro, ma c’era anche il ristoro “abusivo”, oppure quello del Monza Marathon Team che ti offre pane e salame e un sorso di vino come nelle migliori tradizioni. Un morso e via, verso Montevecchia nota per i formaggini, perchè là la sera si va da fidanzatini, ma adesso anche per la MoMoT, che ha già l’aria di essere una grande classica.

monza montevecchia 2013 ristoro abusivo
   “Il ristoro abusivo”

Monza Montevecchia 2013 - Il gruppo Monza Marathon Team

Il gruppo del Monza Marathon Team organizzatore

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