Prodotti IG, un valore aggiunto per L’Ue

Il "Salame felino" e la "Mela Rossa di Cuneo" sono i due nuovi IGP italiani riconosciuti dalla Commissione Europea il 6 marzo. Con "il Ficodindia di San Cono", che il 7 marzo ha ottenuto per l'Italia una nuova Denominazione d'origine protetta (DOP), il nostro paese arriva a contare 249 prodotti DOP e IGP, a conferma della leadership consolidata che l'Italia detiene in Europa.


Il “Salame felino” e la “Mela Rossa di Cuneo” sono i due nuovi IGP italiani riconosciuti dalla Commissione Europea il 6 marzo. Con “il Ficodindia di San Cono”, che il 7 marzo ha ottenuto per l’Italia una nuova Denominazione d’origine protetta (DOP), il nostro paese arriva a contare 249 prodotti DOP e IGP, a conferma della leadership consolidata che l’Italia detiene in Europa.

Per meglio comprendere l’importanza dell’Indicazione Geografica del prodotto e il valore che essa assume per l’economia europea è fondamentale riferirsi allo studio pubblicato dalla Commissione Europea Il 4 marzo 2013.

Innanzitutto, cos’è e cosa prevede lo schema di Indicazione Geografica del prodotto? In semplici parole, il marchio rilasciato dall’Ue certifica la qualità e la sicurezza del processo produttivo dal quale nasce il prodotto stesso.

Nel dettaglio, le due certificazioni che più frequentemente ci troviamo di fronte sono: DOP (Denominazione di origine protetta) e IGP (indicazione geografica protetta). Sono dei marchi di tutela giuridica e di origine attribuiti dall’Ue a quegli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti.

L’ambiente geografico comprende sia fattori naturali (clima, caratteristiche ambientali), sia fattori umani (tecniche di produzione tramandate nel tempo, artigianalità,) che, combinati insieme, consentono di ottenere un prodotto inimitabile al di fuori di una determinata zona produttiva.

Il valore dei prodotti con indicazione geografica di qualità per il commercio europeo è ben espresso dalle parole di Dacian Cioloş, Commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale: “Le indicazioni geografiche di qualità valgono 54,3 miliardi di euro in tutto il mondo e rappresentano il 15% delle esportazioni totali di alimenti e bevande. Ciò dimostra la loro importanza per l’economia dell’UE e il valore del nostro impegno per promuovere e difendere questo sistema. Le indicazioni geografiche sono fondamentali per generare valore aggiunto –e occupazione– a livello locale, rendendo più redditizia l’attività agricola”.

Dallo studio della Commissione si rilevano anche alcuni dati generici per meglio comprendere l’importanza di queste certificazioni, sia per il commercio europeo sia extra-europeo: il 60% dei prodotti con indicazione geografica europei è stato venduto nel paese di produzione, il 20% in altri paesi dell’UE e il restante 20% è stato esportato al di fuori dell’UE.

Oltre al valore aggiunto che i prodotti con indicazione geografica assumono per l’economia e il suo sviluppo, è importante sottolineare che essi apportano benefici fondamentali sia a consumatori che produttori. Infatti, i cittadini possono acquistare con maggior consapevolezza un prodotto genuino e di qualità certificata, allo stesso tempo, i produttori commerciano all’interno di un mercato aperto con regole di competizione leale.

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