Sguardo alla Regione per risollevarsi dalla crisi

Milano-Regione-Lombardia1-mbLa morsa della crisi stringe la provincia Monza e Brianza. 64.3%: questa la percentuale di imprenditori che tra il 2011 e il 2012 hanno registrato un calo del proprio giro d'affari. Se un'impresa su cinque dichiara una crescita, il 13.6% sostiene che, nonostante la crisi, il giro d'affari si sia mantenuto costante.


Milano-Regione-Lombardia1-mbLa morsa della crisi stringe la provincia Monza e Brianza. 64.3%: questa la percentuale di imprenditori che tra il 2011 e il 2012 hanno registrato un calo del proprio giro d’affari. Se un’impresa su cinque dichiara una crescita, il 13.6% sostiene che, nonostante la crisi, il giro d’affari si sia mantenuto costante.

Le prospettive future non sono certo tra le più rosee a detta degli imprenditori: solo uno su due crede che riuscirà a resistere affrontando le difficoltà del momento, mentre il 26,2% teme di dover abbassare la saracinesca della propria attività.

Tra le altre province lombarde il colpo più duro a Varese e Milano, dove rispettivamente il 77,2% e il 74,3% degli imprenditori ha subito nel 2012 un calo del fatturato rispetto al 2011. A Bergamo le ripercussioni sembrano più contenute, qui la media delle imprese che mantengono costante il fatturato è più alta che in Lombardia, 14,1% contro il 12,5% regionale. Così come a Brescia, dove nonostante la crisi, quasi 1 impresa su 4 ha registrato nel 2012 aumenti del fatturato rispetto al 2011, e il 15,7% delle imprese prevede miglioramenti sull’andamento della propria impresa per il 2013. Questa è la fotografia scattata attraverso l’indagine “2013: come sarà?” realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto più di 800 imprese lombarde.

Il ruolo della Regione e le imprese. E sempre parlando di futuro, il mondo delle imprese ritiene che la Regione abbia un ruolo chiave per la propria attività: circa la metà degli imprenditori lombardi crede l’Ente regionale sia molto importante e il 23,8% abbastanza importante. Il 74,7% degli imprenditori di Milano crede che la Regione abbia un ruolo chiave per la propria attività, stesso pensiero espresso dal 71,5% delle imprese della Brianza. A Bergamo la percentuale degli imprenditori che ritengono fondamentale la funzione della Regione si alza al 75%, mentre a Varese si attesta a 73,7%.

{xtypo_rounded2}FOCUS

APA CONFARTIGIANTO MONZA E BRIANZA
“Durante la campagna elettorale abbiamo presentato a Roberto Maroni alcune proposte concrete perché la Lombardia torni a essere un territorio favorevole all’operare delle piccole e medie imprese. – ha dichiarato il presidente di APA Giovanni Barzaghi – In particolare urge affrontare i temi della pressione fiscale alle stelle, dello snellimento della burocrazia, della partecipazione delle nostre PMI a Expo 2015 e operare affinché le transazioni tra privati e Pubblica Amministrazione si risolvano realmente nei 30 giorni previsti dall’UE. È prioritaria, inoltre, una forte decisione politica nei confronti delle banche che, in un momento drammatico, continuano ad aumentare i costi per i clienti e soprattutto a negare i finanziamenti, anche a fronte di aziende sane o che hanno forti possibilità di sviluppo. È una situazione che richiede uno straordinario senso di responsabilità. Le imprese non possono permettersi che altro tempo venga perso, bisogna ripartire dalle ragioni dell’economia reale. Per questo chiediamo che le forze rappresentative del mondo delle imprese vengano interpellate e ascoltate e una Regione più di governo partecipato e meno di gestione diretta”.

UNIONE ARTGIANI MONZA E BRIANZA
“Noi crediamo che questo Paese debba avere al centro delle sue politiche una reale Cultura dell’impresa, con una particolare attenzione agli effetti della globalizzazione ed alla continua innovazione tecnologica, ma senza perdere di vista le politiche territoriali ed il rispetto della tradizione. Come abbiamo scritto nel nostro manifesto “Liberate il lavoro”, la crescita è legata all’aumento della produttività, agli investimenti pubblici e privati, ed allo snellimento della burocrazia. Per questo chiediamo alle forze politiche di impegnarsi per: mettere le micro-pmi al centro del modello di sviluppo di una nuova economia italiana; valorizzare il principio di sussidiarietà; sostituire l’attuale sistema di sussidi alle imprese con un’equivalente riduzione delle tasse sul lavoro e sulla produzione, a cominciare dall’Irap; rendere effettiva la norma sui pagamenti più rapidi da parte della Pubblica Amministrazione; garantire i crediti alle esportazioni delle micro-imprese; ridisegnare i Distretti con obiettivi moderni, garantirne un nuovo sviluppo, prestando particolare attenzione alle reti di impresa ed ai territori; rilanciare la formazione professionale in azienda da parte dei maestri artigiani; realizzare una vera semplificazione normativa, abolendo anche le autorizzazioni preventive per le aziende e gli impianti che occupano meno di 10 dipendenti; introdurre un credito d’imposta per le aziende che investono in tecnologia; agevolare le ristrutturazioni edilizie”.


CONFAPI INDUSTRIA
“Con la vittoria di Roberto Maroni le piccole e medie imprese auspicano che venga realizzato al più presto il progetto della macroregione del nord per dare vita a un grande asse economico e ottenere maggiori vantaggi e benefici per tutto il territorio. Riforme sociali, rilancio dell’economia, consolidamento delle scelte a favore della libertà d’impresa devono, infatti, essere le parole d’ordine per il nuovo governatore della Lombardia e per tutti i neo eletti – così Paolo Galassi, presidente di CONFAPI INDUSTRIA e della Fondazione per l’impresa e per gli imprenditori Confapi, ha commentato l’esito della tornata elettorale in Lombardia rivolgendosi al neo presidente Roberto Maroni – Per il bene di tutto il tessuto sociale e produttivo urge uscire al più presto da questa perdurante crisi e per farlo è necessario occuparsi degli aspetti fondamentali per il rilancio del manifatturiero. L’associazione esprime inoltre preoccupazione per la maggioranza nazionale non coesa evidenziata dall’esito della tornata elettorale. L’urgenza di una vera stagione di riforme richiesta al Pirellone è percepita in maniera altrettanto forte a livello nazionale. Non ridurre la pressione fiscale in questo momento vuol dire non mettere i piccoli imprenditori in condizione di investire nel territorio, impoverendolo”.

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Ultimo aggiornamento: 4 marzo 2013 ore 11,40

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