Alfredo Somoza: “Stop ai pregiudizi su Papa Bergoglio: è autentico”

papa francesco IIl nuovo Papa Francesco si è presentato al mondo con umiltà e con gesti che qualcuno ha definito "simbolici": pagare il conto dell'albergo, prendere l'autobus, definirsi Vescovo di Roma. Gesti di una persona autentica e vicina al popolo per Alfredo Somoza, coordinatore vimercatese di Sel che ha vissuto la sua gioventù a Buenos Aires a contatto con Jorge Mario Bergoglio.


papa francesco IIl nuovo Papa Francesco si è presentato al mondo con umiltà e con gesti che qualcuno ha definito “simbolici”: pagare il conto dell’albergo, prendere l’autobus, definirsi Vescovo di Roma. Gesti di una persona autentica e vicina al popolo per Alfredo Somoza, coordinatore vimercatese di Sel che ha vissuto la sua gioventù a Buenos Aires a contatto con Jorge Mario Bergoglio.

Subito dopo la sue elezione, alcuni voci uscite sui principali quotidiani nazionali, avevano accostato Papa Francesco addirittura all’ex-dittatore argentino Videla. Niente di più falso per Somoza, nato e cresciuto a Buenos Aires, oggi residente a Vimercate e presidente della Ong internazionale Icei.

“Ho frequentato a Buenos Aires prima il liceo gesuita e dopo l’università sempre gesuita dove Papa Bergoglio era docente di storia di letteratura spagnola. Un uomo sempre molto umile che raggiungeva ogni giorno le scuole con i mezzi pubblici e non amava lo sfarzo e gli sprechi. Anche dopo la sua elezione ad Arcivescovo di Buenos Aires ha sempre mantenuto il suo modo di fare, non andando a vivere nel palazzo sfarzoso riservato all’arcivescovo, ma rimanendo nel suo bilocale, dove aveva sempre vissuto e recandosi alla cattedrale in metropolitana. Un vero gesuita che durante il default del 2001 ha “fustigato” duramente le banche e gli operatori economici che hanno affondato il popolo argentino”.

Ancora più false sono per Somoza le voci su una sua presunta vicinanza alla dittatura militare e silenzi su di essa: “Durante gli anni 60-70 per gli oppositori al regime come me, l’unico modo per studiare era frequentare l’Università dei gesuiti: quella statale era infatti preclusa dal regime ai suoi oppositori. Bergoglio era una persona che non amava la dittatura, ma che per poter continuare la propria missione e consentire a tutti di studiare senza avere intralci, non ha voluto mai alzare la voce contro la dittatura. La scelta di Bergoglio è quindi un segnale forte di cambiamento che la chiesa ha voluto dare al mondo”.

Ma se su questo piano Papa Francesco può definirsi un “rivoluzionario” all’interno di una curia sempre molto ingessata, sul piano etico è sempre stato molto tradizionalista: “Come tutti i gesuiti anche Papa Bergoglio ha delle idee molto tradizionali sulla disciplina cattolica – continua Somoza – negli ultimi anni si è scontrato con il presidente dell’argentina Christina Kirchner sul tema dei matrimoni gay, che comunque oggi sono realtà nel paese”.

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