Voto, ecco il commento dei politici brianzoli

scanagatti-sindaco-monza-intervistato-mbPrende corpo e numero la corsa degli italiani alle urne e si profila una situazione molto delicata al Senato, con il centrosinistra che perde in alcune regioni chiave (Lombardia su tutte) smarrendo per strada seggi e governabilità. Il centrodestra in direzione Palazzo Madama guarda dall'alto al basso la coalizione di Bersani, mentre il Movimento 5 Stelle conferma il proprio exploit e pare consacrarsi come il secondo partito d'Italia. C'è posto anche per Monti, ma anche l'unica papabile alleanza – quella tra la sinistra e i montiani – pare non avere i numeri.


scanagatti-sindaco-monza-intervistato-mbPrende corpo e numero la corsa degli italiani alle urne e si profila una situazione molto delicata al Senato, con il centrosinistra che perde in alcune regioni chiave (Lombardia su tutte) smarrendo per strada seggi e governabilità. Il centrodestra in direzione Palazzo Madama guarda dall’alto al basso la coalizione di Bersani, mentre il Movimento 5 Stelle conferma il proprio exploit e pare consacrarsi come il secondo partito d’Italia. C’è posto anche per Monti, ma anche l’unica papabile alleanza – quella tra la sinistra e i montiani – pare non avere i numeri.

«Anche alla vigilia si poteva prevedere un certo stallo, – commenta il primo cittadino di Monza, il democratico Roberto Scanagatti – ma come sindaco sono preoccupato perché l’Italia non può permettersi l’ingovernabilità. Alla Camera probabilmente il responso sarà più netto, mentre attendo un’assunzione di responsabilità da parte del Movimento 5 Stelle, che dovrà passare necessariamente dalla protesta alla proposta».

«Un risultato eccellente, – commenta il desiano Bruno Marton, candidato al Senato per il Movimento 5 Stelle – ingovernabilità? Da parte nostra non ci sono né preclusioni ma nemmeno alleanze, solo confronto su temi specifici e programmi, con tutti. Siamo contenti e non sorpresi da questi risultati, le piazze d’Italia hanno parlato chiaro nelle ultime settimane».

mandelli-andrea-3-mbNel frattempo, anche sul fronte opposto sono tutti col fiato sospeso. Andrea Mandelli, consigliere comunali del Pdl a Monza, e candidato al Senato, è pressoché sicuro di conquistare un seggio, ma non si vuole sbilanciare più di tanto. «I primi dati sono molto positivi – dice -. Però è ancora presto per cantare vittoria. Diciamo che abbiamo ottime prospettive». Ciò che stupisce è la capacità della colazione di centro sinistra di non sapere cogliere certe opportunità. «Ho avuto la sensazione che il loro programma fosse povero di risposte – aggiunge Mandelli -. Bersani ha condotto una campagna elettorale triste».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Paolo Grimoldi della Lega. Il Carroccio ha puntato tutto sul governo della Lombardia. Il dato nazionale interessa, ma solo fino a un certo punto. Addirittura, Grimoldi sottolinea come l’ingovernabilità che sembra uscire dalle urne sia un dato che potrebbe avvantaggiare la Lega. «Sarà più facile ottenere una Regione forte se il governo centrale è debole – spiega -. Il nostro potere contrattuale aumenta». Dario Allevi, presidente della Provincia, parla di vera e propria impresa del centro destra. «La madre di tutti gli errori del centro sinistra è stata la scelta di candidare Bersani – sottolinea Allevi -. Con Renzi avremmo fatto più fatica». Ciò che lascia più soddisfatto Allevi sono le percentuali del Senato, eletto su base regionale e quindi banco di prova per le elezioni regionali vere e proprie, dove fra centro destra e centro sinistra ci sono circa nove punti di differenze (ore 20 del 25 febbraio ndr). «Un dato – conclude il presidente -, che ci lascia più che soddisfatti, così come siamo soddisfatti del risultato ottenuto anche a livello provinciale».

In apertura Roberto Scanagatti, sotto Andrea Mandelli

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