Correzzana-Triuggio, Cascina Zuccona: intervento per l’affluente del Rio Pegorino

Sfioratore-dopo2013Brianzacque ha ripristinato le sponde e il letto di un tratto d'affluente del Rio Pegorino su cui si affaccia lo scaricatore di piena di Cascina Zuccona tra Correzzana e Triuggio, nel parco della Valle del Lambro. L'opera di ingegneria naturalistica, finanziata dalla monoutility idrica che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio, è costato poco meno di 39 mila euro, oneri di sicurezza inclusi.


Sfioratore-dopo2013Brianzacque ha ripristinato le sponde e il letto di un tratto d’affluente del Rio Pegorino su cui si affaccia lo scaricatore di piena di Cascina Zuccona tra Correzzana e Triuggio, nel parco della Valle del Lambro. L’opera di ingegneria naturalistica, finanziata dalla monoutility idrica che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio, è costato poco meno di 39 mila euro, oneri di sicurezza inclusi.

Tempi record per la durata dei lavori: una settimana. In soli sette giorni, sono state ricostruite le sponde del piccolo torrente, franate a causa dell’acqua di pioggia in eccesso rilasciata nel tempo dallo sfioratore. Oltre all’arginamento e al sostegno delle sponde, realizzato con tronchi in legno di larice, è stato sottoposto a maquillage anche l’alveo del piccolo affluente, ricostruito ex novo con un selciato fatto di pietre di medie dimensioni posate a secco. L’intera operazione è stata eseguita con l’utilizzo di materiali naturali, nel pieno rispetto ambientale e paesaggistico.

Sfioratore-prima2013Afferma il Presidente di Brianzacque, Oronzo Raho: «Con quest’intervento che è anche di prevenzione del dissesto idrogeologico e di protezione idraulica del territorio, Brianzacque ha riscattato un scorcio di natura degradata, restituendolo al Parco e ai cittadini».

«Non è la prima volta che ricorriamo a tecniche di ingegneria ambientale per ripristinare ambiti fluviali – aggiunge, l’ing. Samuele Mariani, progettista lavori- La Brianza, in particolare le sue aree protette, necessitano più che mai di tecniche in grado di privilegiare il consolidamento del dissesto e la ricostruzione di habitat naturali con la realizzazione di nicchie per la flora e per la fauna locali».

Per raggiungere l’area boschiva , “teatro” del cantiere, la ditta esecutrice dei lavori ha impiegato i sentieri di accesso già esistenti, senza ricavare nuove piste.

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