Burago, Alcea in sciopero: a marzo chiude. 78 a casa
Altra tegola per l’occupazione in Brianza: la Alcea group di Burago Molgora, azienda che produce vernici e resine, ha comunicato nei giorni scorsi la propria volontà di chiudere lo stabilimento brianzolo lasciando a casa i 78 dipendenti. Immediata la protesta dei lavoratori che hanno scioperato giovedì e venerdì.
A dicembre, come un fulmine a ciel sereno, la multinazionale Henkel aveva informato i suoi dipendenti di una chiusura entro la fine del 2013 del distaccamento di Mezzago. Questa settimana l’Alcea di Burago, ex-Basf, per voce del suo amministratore delegato Carlo Parodi, ha annunciato che entro fine febbraio-metà marzo, chiuderà i battenti a Burago, concentrando la propria produzione nello stabilimento centrale di Senago, dove tutt’ora lavorano circa 150 operai.
“Abbiamo saputo in questi giorni che lo stabilimento chiuderà al massimo entro metà marzo – ci spiega Claudio Rencurosi, della Rsu Alcea – dopo che a fine 2012 circa 35 dipendenti della divisione commerciale sono stati lasciati a casa, ora tocca alla parte produttiva. In un’intervista a Libero, il cognato di Parodi, Gabriele Albertini ex-sindaco di Milano e ora candidato alle regionali, parlava di lui come “La crisi è guardata non solo come una difficoltà ma innanzitutto come una sfida da poter vincere”. Certo non qua a Burago, dove rimarremo a casa in 78: molti sono lavoratori monoreddito, alcuni sono marito e moglie e lavorano entrambi in azienda. Fino a quando non avremo risposte più chiare bloccheremo tutti i camion che verranno in azienda per ritirare la merce”.
Questa settimana inizieranno le trattative sindacali: oltre alla mobilità e alla cassa integrazione straordinaria, i lavoratori vogliono delle risposte riguardo il proprio Tfr. “Ad oggi non abbiamo notizia del nostro trattamento di fine rapporto – afferma Claudio Rencurosi – sembrerebbe che parte di quei soldi siano stati usati dall’azienda per tappare i buchi di bilancio. Questo significa che difficilmente avremo a fine marzo i nostri soldi, ma dovremo aspettare un periodo molto più lungo”.