Alcea, Burago: chiusura entro marzo. Nessuna buonuscita
Nessuna buona notizia dopo l’incontro di martedì pomeriggio in Assolombarda fra i vertici dell’Alcea e i rappresentanti sindacali dell’azienda. La dirigenza ha ribadito la propria volontà di chiudere lo stabilimento di Burago entro marzo. Ancora molti dubbi per cassa integrazione e Tfr.
Il 7 febbraio è iniziato il sit-in dei lavoratori davanti ai cancelli dell’azienda, che in pochi giorni si è trasformato in una presenza permanentei. L’obiettivo è quello di costringere l’azienda a concedere la cassa integrazione a tutti, oltre che avere notizie del proprio Tfr, dopo l’annuncio di chiusura imminente.
“Abbiamo ricevuto principalmente notizie negative dall’incontro di ieri in Assolombarda – afferma Claudio Rencurosi, Rsu Alcea Burago – l’azienda ha ribadito, senza lasciare alcuna speranza, che chiuderà entro marzo e che non verserà nessuna buona uscita ai 78 lavoratori: molti di noi ci speravano per avere qualche sicurezza nei prossimi mesi, per affrontare mutui e spese per i figli, ma non è stato così. Ciò che abbiamo raggiunto, è stata la disponibilità da parte dell’azienda di versare 1000 euro al mese lordi per ogni dipendente per un massimo di cinque mesi, in attesa che venga concessa la cassa straordinaria. La garanzia è che i nostri Tfr non verranno toccati. Il prossimo incontro in Assolombarda sarà il 26 febbraio, dove firmeremo l’accordo per la mobilità e dove verranno messe nero su bianco queste promesse”.
Nel pomeriggio di martedì, c’è anche stato un incontro in Provincia con il presidente Dario Allevi: settimana prossima Allevi incontrerà anche i vertici di Alcea per avere un quadro completo della situazione. “Abbiamo avuto promesse da parte di Allevi sull’impegno della provincia per la nostra situazione: ora attendiamo sviluppo dopo l’incontro con l’amministratore delegato Carlo Parodi”.
Ma se a Burago la situazione è totalmente compromessa, alla sede centrale Alcea di Senago, non sembrano sorridere. Lì lavorano 152 dipendenti, che negli ultimi giorni però sono stati turbati da un voce di possibili tagli, che potrebbe avere presto conferma. Fra i 40 e i 50: questo il numero di lavoratori che potrebbe perdere il posto, dopo i 78 di Burago. Oggii, un incontro in azienda potrebbe dare qualche certezza in più.