Giornata di mobilitazione delle pmi. Gli imprenditori strozzati dalle tasse chiedono futuro
Fuori nevica ma in sala gli animi si surriscaldano. Clima (non meteorologico) rovente quello che si percepiva lunedì a Monza durante la giornata di mobilitazione delle piccole e medie imprese, promossa a livello locale da APA Confartigianato e Confcommercio, entrambe aderenti a Rete Imprese Italia.
Una manifestazione indetta con l’obiettivo di far sentire le ragioni delle PMI alla politica e ai candidati a governare il Paese e la Regione.
Protagonisti al salotto dei relatori i Presidenti di APA Confartigianato Imprese e Confcommercio della provincia di Monza Giovanni Barzaghi e Giuseppe Meregalli. Quattro gli interlocutori politici: i candidati regionali Enrico Brambilla (PD), Stefano Carugo (PDL), Luigi Paganelli (Lista Monti) e Massimiliano Romeo (Lega Nord). Un agone aspro per i rappresentanti dei partiti che hanno dovuto sostenere il fuoco incrociato dei vertici delle Associazioni e degli stessi imprenditori, intervenuti dalla sala senza risparmiare toni duri.
«In Italia chiudono 1000 aziende al giorno – è il grido lanciato dal Presidente di Rete Imprese Carlo Sangalli – è questo il senso della nostra mobilitazione, chiedere un futuro per le imprese, perché senza impresa non c’è speranza per il Paese».
«Siamo qui per reclamare un atto di fedeltà della politica alle esigenze dei piccoli, in particolare contro una burocrazia stupida che imbriglia e rischia di innescare una catena pericolosa ai bordi della legalità – spiega Giuseppe Meregalli per l’Unione Commercianti – Chiedo agli imprenditori brianzoli di essere forti e di persistere nella convinzione che solo nella legalità si può crescere e migliorare».
«Il dramma è il livello di tassazione che abbiamo raggiunto ormai da troppi anni, siamo al massimo sopportabile. Non è possibile concepire il capannone o il laboratorio artigiano come un patrimonio da prosciugare con l’IMU, perché è lo strumento con cui produciamo e diamo lavoro ai nostri collaboratori – tuona Giovanni Barzaghi per APA Confartigianato – Inoltre è essenziale intervenire sulla questione della concessione del credito agli imprenditori che, pur avendo alle spalle storie solide e di prestiti sempre onorati, vedono bloccati i propri conti per cifre irrisorie. Sono scelte assurde che non permettono la programmazione e i necessari investimenti in capitale umano e innovazione».
Se per gli artigiani la questione nodale è quella dei ritardi di pagamento della PA e per i commercianti la proliferazione dei centri commerciali e gli orari di apertura selvaggi, trasversale è la preoccupazione per l’Expo 2015. Su questo tema, forte è salita dalla sala la richiesta che le grandi imprese non assorbano la totalità degli appalti e che la manifestazione sia l’occasione per il tanto agognato potenziamento delle infrastrutture che collegano Monza e la Brianza a Milano.
«Qui si gioca la rinnovata credibilità della politica – chiosa Sangalli – Chiediamo che si faccia finalmente una scelta di campo: che si affronti la sfida della crescita e del futuro dalla parte dell’economia reale, dell’impresa e del lavoro perché con il solo rigore non si va lontano».
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