Ac Monza niente soldi. Colonna riabbandona

Monza-Stadio-Brianteo-MBI soldi promessi dalla proprietà attuale per rimpinguare le casse non arrivano e gli aspiranti acquirenti scappano. Peggio di così non potrebbe andare per l’Associazione calcio Monza Brianza 1912, sempre più vicina ai titoli di coda a soli otto anni e mezzo dalla “rigenerazione” operata dal tribunale fallimentare.


Monza-Stadio-Brianteo-MBI soldi promessi dalla proprietà attuale per rimpinguare le casse non arrivano e gli aspiranti acquirenti scappano. Peggio di così non potrebbe andare per l’Associazione calcio Monza Brianza 1912, sempre più vicina ai titoli di coda a soli otto anni e mezzo dalla “rigenerazione” operata dal tribunale fallimentare.

In effetti una cosa che va bene c’è: la squadra, che da cinque partite non perde e non subisce gol. Ma il fiore è destinato ad appassire presto se il mezzo milione di euro impegnato lo scorso 28 novembre dal calciatore olandese Clarence Seedorf e dall’armatore connazionale Jan Lagendijk, finanziatori del club, non dovesse comparire sul conto corrente societario entro domani. Intanto, nella serata di oggi, l’ultimo aspirante acquirente del sodalizio di via Ragazzi del ’99 rimasto in lizza, cioè Filippo Colonna, amministratore del Consorzio Cipes (gestione autoparcheggi pubblici e privati), ha nuovamente (è la seconda volta) abbandonato la trattativa.

“Non posso assecondare la volontà dell’attuale proprietà, pur avendo compreso il suo punto di vista e accettato in queste settimane di portare avanti la discussione e negoziare su questi – spiega Colonna – Tuttavia le nostre posizioni erano e rimangono totalmente distanti. Ho fin dal principio dichiarato pubblicamente la mia ferma volontà d’acquisire il club senza debiti di alcun genere, compresi gli stipendi arretrati e indicando come urgenti e a carico dell’attuale proprietà alcune dismissioni di fornitori e operatori decisamente in eccesso rispetto a un club di Serie C. Ma malgrado numerosi meeting e tavoli di discussione, non si è arrivati ad alcuna stipula contrattuale. Esco quindi definitivamente di scena; mi scuso e abbraccio i tifosi”. Dunque la proprietà attuale insiste a non voler ripianare i debiti ancora esistenti, aumentati nel giro di poche settimane da 1,9 milioni a 2,4 milioni di euro? “È così. Io ero anche disposto ad accordarmi con la proprietà perché coprisse i debiti in maniera differita, ma dietro sottoscrizione di garanzie fideiussorie. Ho ottenuto un rifiuto. Invece mi è stato proposto di acquistare il club per un euro in cambio del pagamento dei debiti. Ma sono troppo elevati rispetto al valore della società (Deborah Martin, agente di Seedorf incaricata di gestire le trattative, ha ricevuto varie offerte comprese tra i 600mila euro e 1,3 milioni di euro, ndr)”.

La rinuncia di Colonna a proseguire le trattative giunge poche ore dopo un incontro che lo stesso imprenditore aveva tenuto col proprio consulente Marco Bonacina, con l’allenatore del Monza, Tonino Asta, e con due tifosi biancorossi, uno della curva Sud e uno della tribuna. Oggetto della riunione la volontà di Colonna e Bonacina di ingaggiare Marco Ferrante, già membro del Comitato tecnico del Monza, come nuovo direttore sportivo in caso di acquisto del club. Naturalmente i tifosi avevano esternato la loro contrarietà in merito a tale scelta in considerazione del ruolo importante avuto dall’ex giocatore del Torino nelle decisioni tecniche che hanno portato la squadra brianzola alla disputa di tre penosi campionati, due dei quali conclusi con la retrocessione in Seconda Divisione.

Come se non bastasse la mancanza di acquirenti giudicati “validi” da Martin, a rendere cupa l’atmosfera al centro sportivo Monzello è la constatazione che, pur essendo domani l’ultimo giorno disponibile per il versamento dei 500mila euro deliberati dall’Assemblea dei soci lo scorso 28 novembre, questi soldi non sono ancora giunti a destinazione. Se Seedorf e Lagendijk non dovessero rispettare né questa scadenza né quella della Lega Pro di domenica 16 dicembre per il pagamento degli stipendi di settembre e ottobre, è certo che, oltre all’afflizione da parte della Federcalcio di ulteriori punti di penalizzazione, si assisterebbe alla consegna dei libri sociali in tribunale da parte dell’amministratore unico Maurizio Carlo Prada. Un altro problema è che se anche il mezzo milione di euro arrivasse, basterebbe appena per pagare le due mensilità in scadenza, ma non per coprire le mancanze riscontrate dalla Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche durante l’ispezione dello scorso 3 dicembre. Servono dunque urgentemente altri 180mila euro, altrimenti pioveranno altri punti di penalizzazione.

Insomma, come ha scritto lo scorso 4 novembre un collega della Gazzetta di Mantova, a Monza si respira un clima da ultimo giorno di Pompei. Prova ne è, tra le altre, che il commercialista Aldo Mainini non è più il rappresentante legale delle due società proprietarie delle azioni del Monza, cioè PaSport (per l’88%) e On Champions (per il 12%). Le sue dimissioni sono state accettate.

Se l’ipotesi più nefasta, quella della consegna dei libri in tribunale, dovesse tramutarsi in realtà, ci sarebbero diversi imprenditori pronti a rilevare la gestione della società. In prima fila tra questi i due soggetti che non hanno accettato di entrare in cordata con Colonna: Ugo Fazzini, titolare della Fazzini, azienda di Vimodrone leader nella produzione di apparecchiature elettromedicali e già tra gli sponsor della Ges Monza, e Davide Erba, amministratore di Stonex Europe (strumenti di misurazione per la topografia e il cantiere) nonché presidente della società di calcio femminile Fiammamonza.

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