Minaccia di gettarsi dall’Arengario. Clamorosa protesta di un padre
È salito in cima all’Arengario per protesta. Sono circa le ore 19,30 (20 novembre) quando un uomo, di mezza età, le cui generalità non sono ancora state rese note, si è arrampicato sul ponteggio della torre del monumento in piazza Roma, a Monza, minacciando attraverso un megafono di gettarsi nel vuoto.
I fatti. Stando al suo stesso racconto l’uomo, che per tutto il tempo ha tenuto una corda legata intorno al collo, sarebbe un collaboratore di giustizia di origine pugliese. Ex imprenditore, si sarebbe rifiutato di pagare il pizzo denunciando i suoi aguzzini. «Ho denunciato e lo Stato mi ha abbandonato» ha gridato l’uomo. Sempre a suo dire, l’uomo e la sua famiglia, composta da tre figli e una moglie, sarebbe stata lasciata senza alcuna copertura.
Un gesto estremo, quello di arrampicarsi su uno dei simboli di Monza, dettato dalla disperazione che si concluso alle ore 20,45 con la sua discesa.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i pompieri, gli uomini della polizia locale di Monza e anche il sindaco, Roberto Scanagatti. Non mancava naturalmente una nutrita folla di curiosi. Alle nove meno un quarto la resa, al termine di una trattativa con i carabinieri.
Domani mattina seguiranno ulteriori aggiornamenti sulla vicenda.
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(Foto di Valentina Vitagliano)
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