Lissone, donna “mascolina” usa l’identità del fratello per commettere reati
Una vicenda assurda, forse unica nella storia recente della cronaca italiana. Una donna, evidentemente dai tratti somatici non troppo gentili, ha utilizzato per ben 12 anni l’identità del fratello, per poter commettere reati più o meno indisturbata. Ma alla fine è stata scoperta e denunciata dai carabinieri per usurpazione di identità.
Una vicenda dai contorni piuttosto nebulosi, andata in scena a Lissone. Lei, G.A., 38 anni, oggi domiciliata a Milano dopo aver abitato a lungo in Brianza, ha un fratello di appena nove mesi più piccolo, che vive in Puglia. Negli ultimi anni si rende autrice di vari reati, dalle minacce alle ingiurie, fino ad altri piccoli reati da “balordo”.
Capita che le forze dell’ordine vanno a pescare il fratello, in Puglia, il quale però cade dalle nuvole e si dichiara del tutto estraneo. Una, due, tre volte, alla fine i carabinieri di Lissone decidono di andare a fondo, per vederci chiaro: effettuano una perquisizione nell’abitazione della donna e trovano la carta d’identità taroccata, con la sua foto “mascolina” e i dati del fratello. Utilizzata tra l’altro anche per essere assunta in un posto di lavoro. Da qui, la scoperta del “trucchetto” e la denuncia.
Ultimo aggiornamento ore 14.17