Comitato pro Brianza: due emendamenti per la Provincia di Monza
Due emendamenti per sperare. Il tempo corre velocemente, ma il comitato Pro Brianza Provincia, riemerso dal passato proprio in queste ultime ore per opporsi all’accorpamento a Milano, ha aperto dei canali di comunicazione con i parlamentari del territorio per capire come è possibile evitare la cancellazione della Provincia brianzola.
La decisione finale è stata quella di presentare due emendamenti al Dl del governo Monti grazie ai quali Monza non rischierebbe l’annullamento a causa dell’abbraccio con Milano. Il Comitato Pro Brianza Provincia, attivo fin dagli anni Novanta per favorire l’autonimia, sottolinea come Monza sia stata “oltraggiata” dal punto di vista costituzionale. ”Noi del Comitato ci siamo posti prima di tutto una domanda: – ha affermato Luigi Moretti – qual è la cosa migliore per il nostro territorio? Azzerare la provincia MB e finire nell’area metropolitana? Inserire Monza e la Brianza in una grande provincia con Como e Varese? Monza è stata penalizzata soprattutto da Regione Lombardia che nell’ultima ipotesi di riordino delle province lombarde ha pensato bene di unire Como e Varese, evitando di aggiungere anche la Brianza forse perché Monza verrebbe a rompere le uova nel paniere alle velleità della città lariana di diventare capoluogo della nuova grande provincia”.
Secondo Moretti, però, alla fine, la iattura peggiore sarebbe Milano, mentre con la maxi Provincia formata da Como, Lecco e Varese dovrebbe essere possibile trovare un’intesa soddisfacente per tutti. Da qui la decisione di agire coi parlamentari per mettere a punto due emendamenti. “Abbiamo chiesto ai nostri rappresentanti in Parlamento e al Ministro un intervento sul decreto – ha concluso Moretti – Tenuto conto dei gravosi impegni del Parlamento, impegnato a fine anno su diversi fronti, quali la Legge di Stabilità e la nuova Legge Elettorale, può anche accadere che, come sostengono in molti, tutto si incepperà e il DL sul riordino delle province entro il 6 gennaio non diverrà mai legge; noi però non possiamo aspettare e sperare che si arrivi a questo”.