L’OPINIONE – Chi è? Il prete per la benedizione: e la Brianza si divide

chiesa VimercatePer qualcuno – è proprio il caso di dirlo – una benedizione. Per altri una seccatura. Per altri ancora un'invasione della privacy. C'è chi propone venga messa "su richiesta". C'è chi si vergogna, chi non risponde, chi la trova una propaganda, chi non aspetta altro. Di cosa stiamo parlando? Della benedizione natalizia delle case. Già, sono proprio queste le settimane in cui preti e sacerdoti citofonano per la benedizione. Chi è? Sono il prete per la benedizione. E i brianzoli si dividono.


chiesa VimercatePer qualcuno – è proprio il caso di dirlo – una benedizione. Per altri una seccatura. Per altri ancora un’invasione della privacy. C’è chi propone venga messa “su richiesta”. C’è chi si vergogna, chi non risponde, chi la trova una propaganda, chi non aspetta altro. Di cosa stiamo parlando? Della benedizione natalizia delle case. Già, sono proprio queste le settimane in cui preti e sacerdoti citofonano per la benedizione. Chi è? Sono il prete per la benedizione. E i brianzoli si dividono.

«Perché non sono gli stessi fedeli – commenta A.C da Desio, trent’anni, impiegata – a richiedere espressamente al parroco la benedizione? C’è anche chi non è interessato, chi non crede o, semplicemente, chi trova invasivo un prete alla porta».

«A me non da nessun fastidio, – chiosa Valentina, di Vedano al Lambro, quarantadue anni, casalinga – e non vedo il problema: basta non aprire e, con cortesia, rispondere che non si è interessati alla benedizione. Tutto qui».

Ma c’è anche chi si “blocca”, davanti a quella che, piaccia o meno, resta un’istituzione, perlomeno a livello locale: «Della benedizione ne fari a meno, è vero – dice Maria Rosaria, sessantaquattro anni, casalinga – ma non riesco a “mandare via” il curato. Lo faccio entrare, prego con lui, consegno l’offerta e non ci penso. Si immagini, in caso contrario, l’imbarazzo incrociandolo per strada, mentre vado a bere il caffè al bar del mio quartiere».

«A me è capitato di non rispondere al citofono nonostante fossi in casa, – rivela I.C., desiana, chirurgo – i motivi? Vari: disordine, poca voglia, poco tempo. Se credo? Sì, a modo mio e non è certo facendo entrare un prete in casa per la benedizione di Natale che si dimostra la propria fede».

«Sono assolutamente favorevole – specifica invece Amalia, residente a Biassono, pensionata – è un momento riconciliante, la casa addobbata, una preghiera di benedizione per la mia famiglia, un piccolo momento di serenità. Saranno mica questi i problemi».

E voi, lettori di MB News? Fate entrare il prete nelle vostre case per la benedizione? Cosa ne pensate? Commentate di seguito o scriveteci a online@mbnews.it

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta