Monza, omicidio Bestetti. Procura Generale e Difesa, ricorso‏ per entrambe

monza-tribunale-MBLa difesa lo vuole innocente per la mancata analisi di alcune "prove" ritenute fondamentali, mentre la Procura Generale ha presentato ricorso in appello per la sentenza troppo "morbida" dei Giudici monzesi. Daniele Pullano, 22enne condannato a 25 anni per l'omicidio di Rita Bestetti, madre di un amico che voleva denunciare Daniele perché spacciava al figlio, pare nell'occhio del ciclone.


monza-tribunale-MBLa difesa lo vuole innocente per la mancata analisi di alcune “prove” ritenute fondamentali, mentre la Procura Generale ha presentato ricorso in appello per la sentenza troppo “morbida” dei Giudici monzesi. Daniele Pullano, 22enne condannato a 25 anni per l’omicidio di Rita Bestetti, madre di un amico che voleva denunciare Daniele perché spacciava al figlio, pare nell’occhio del ciclone.

Arrestato il 18 giugno 2010, dopo dodici giorni di indagini da parte della Polizia di Stato, Pullano è attualmente in carcere, ma si è sempre professato innocente. La sua condanna è arrivata la scorsa primavera, per omicidio volontario aggravato dai futili motivi (ovvero, secondo il Pm la volontà di proteggere la sua attività di spacciatore), ma è stata immediatamente impugnata dal suo legale, Franz Sarno, che ha presentato alla Corte d’Appello di Milano il suo ricorso. Le prove ritenute schiaccianti dall’accusa, ovvero il dna del condannato sul coltello usato per sgozzare la vittima e l’impronta insaguinata del suo palmo sul muro di casa, non sarebbero le uniche degne di nota. Altri “segni” lasciati dal killer, secondo la difesa non sarebbero stati analizzati a dovere. Di diverso parere è la Procura Generale, anche lei firmataria di ricorso in Appello, ma per opposta motivazione; secondo l’organismo giudiziario infatti, la richiesta del Pm Manuela Massenz, che aveva chiesto per Pullano una condanna all’ergastolo per omicidio volontario con premeditazione e aggravato dai futili motivi, era corretta. La riduzione della pena a 25 anni decisa dalla Corte D’Assise di Monza, secondo la Procura Generale, in questo caso sarebbe illegittima.

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