Brianza, il Pm10 costa tre anni di vita. In Emilia ridotto del 25%

L’Emilia Romagna abbatte il Pm10, la concentrazione delle polveri sottili nell’aria, del 25% in 10 anni. È lo stupefacente risultato ottenuto dalla regione ed emerso durante la presentazione del primo report sulla qualità dell’aria, elaborato a quattro mani con Arpa. Tre i fattori che hanno permesso la riduzione dell’inquinamento: riscaldamento, viabilità e trasporto pubblico. Un trittico che, necessariamente, Monza e la Brianza dovranno appuntarsi, data la scomoda posizione d’onore guadagnata nel 2011dal capoluogo nostrano: seconda città più inquinata della Lombardia, dopo Milano.
L’Emilia Romagna abbatte il Pm10, la concentrazione delle polveri sottili nell’aria, del 25% in 10 anni. È lo stupefacente risultato ottenuto dalla regione ed emerso durante la presentazione del primo report sulla qualità dell’aria, elaborato a quattro mani con Arpa. Tre i fattori che hanno permesso la riduzione dell’inquinamento: riscaldamento, viabilità e trasporto pubblico. Un trittico che, necessariamente, Monza e la Brianza dovranno appuntarsi, data la scomoda posizione d’onore guadagnata nel 2011dal capoluogo nostrano: seconda città più inquinata della Lombardia, dopo Milano.
La soglia limite di 50 microgrammi per metro cubo viene, mediamente, superata in quel di Monza un giorno su tre. Addirittura, come riporta l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente di Copenaghen, l’inquinamento atmosferico in Europa taglia, in media, 9 mesi di speranza di vita, fino ai tre anni in meno nelle regioni più esposte, come la Pianura Padana e il Benelux.
Lunedì 6 febbraio la colonnina Arpa di Monza ha rilevato un valore Pm10 pari a 99µg/m3, praticamente il doppio del consentito. Meglio a Meda? Macché: 98 µg/m3. Come da prassi la virtuosa brianzola resta la centralina di Vimercate, che si ferma a quota 65 µg/m3, comunque ben oltre la soglia di criticità individuata dall’Unione Europea.
In foto: il cielo brianzolo, carico di Pm10.