Monza, Allevi e Mariani al San Gerardo: colloquio a porte chiuse con Beretta

L’unico che ha voglia di parlare è Francesco Beretta, direttore del San Gerardo. L’ultima tappa – la più importante – del tour che Dario Allevi, presidente della provincia, e Giacinto Mariani, rappresentante dei sindaci Asl, hanno improntato nelle scorse settimane attraverso gli ospedali brianzoli, ha fatto capolino a Monza. Un incontro atteso, con il nosocomio del capoluogo alla vigilia di una ristrutturazione importante e non esente da polemiche.
L’unico che ha voglia di parlare è Francesco Beretta, direttore del San Gerardo. L’ultima tappa – la più importante – del tour che Dario Allevi, presidente della provincia, e Giacinto Mariani, rappresentante dei sindaci Asl, hanno improntato nelle scorse settimane attraverso gli ospedali brianzoli, ha fatto capolino a Monza. Un incontro atteso, con il nosocomio del capoluogo alla vigilia di una ristrutturazione importante e non esente da polemiche.
La prima notizia è che Allevi e Mariani non hanno visitato – come da prassi – la struttura, ma si sono ‘limitati’ a un incontro a porte chiuse con Beretta. «Si è trattato di un colloquio estremamente amicale e sereno – commenta il direttore del San Gerardo – dove è stato illustrato il piano di lavoro e discusso di numeri e organizzazione».
Direttore, come mai è saltato il canonico giro tra i reparti?
Non era necessario. Allevi e Mariani conoscono benissimo il San Gerardo.
Di cosa avete parlato?
Un punto della situazione. Si è discusso della ristrutturazione, della tempistica che ormai si conosce (inizio gennaio 2013 e 6 anni di lavori, ndr) e di come garantiremo, grazie agli sforzi della Regione e coordinandoci con Asl e Vimercate, lo stesso livello e la stessa quantità di prestazioni. Anzi, le prestazioni del San Gerardo sono già aumentate dell’8% con pari dotazione organica.
Mariani aveva definito «meno disponibile» l’attuale direzione del San Gerardo. Lo ha ribadito anche a lei?
Ripeto, è stato un incontro amicale e disteso. Questa affermazione non l’ho letta e – quindi – anche alla luce di oggi, non la capisco. (Ecco qui l’intervista a Mariani con la sua affermazione)
Discorso ristrutturazione: c’erano dubbi specialmente per quanto concerne eventuali disagi per i pazienti. È stato toccato l’argomento?
Guardi, è molto semplice: il San Gerardo è vecchio di 50 anni e, nel corso degli anni, sono anche state trasferite unità operative dal vecchio nosocomio. In questo momento la struttura è inadeguata per organizzazione reparti e ambulatori. Non c’è modo di costruire un nuovo polo vicino all’università, che ha investito parecchi soldi per concentrare accanto all’ospedale gli studenti di medicina. L’unica chance è ristrutturare. La regione ha fatto uno sforzo finanziario impressionante e sono previsti 26 mila metri quadrati aggiuntivi. Se qualcuno vuole rimanere in questo ospedale si accomodi: ci sono stanze senza bagni e ambulatori in ogni dove. È una sfida? Certo, ma crediamo di vincerla e – comunque – l’attuale situazione è inammissibile per una città come Monza. Ci saranno disagi – è vero – e il costo è alto (207 milioni, ndr) perché intendiamo garantire prestazioni e qualità, ma è un investimento per il futuro, per un ospedale all’avanguardia tecnologicamente e a livello organizzativo.
Allevi, Mariani e la direzione del San Gerardo diffonderanno martedì un comunicato stampa riepilogativo sempe che ci siano maggiori novità rispetto a quelle che abbiamo già ampiamente raccontato noi..