Concorezzo, funerali al 50%. Stop ai cortei da casa alla chiesa

25 ottobre 2011 | 22:03
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Concorezzo, funerali al 50%. Stop ai cortei da casa alla chiesa

05-funerali-lorenzo-cenzatoCortei funebri si, ma solo per metà. Entreranno in vigore il prossimo primo novembre le nuove regole che la parrocchia di Concorezzo ha concordato per le celebrazioni funebri: basta cortei da casa alla chiesa, basta lettere scritte da amici o parenti e lette in chiesa e stop al corteo verso il camposanto per le salme che vanno in cremazione.

05-funerali-lorenzo-cenzatoCortei funebri si, ma solo per metà. Entreranno in vigore il prossimo primo novembre le nuove regole che la parrocchia di Concorezzo ha concordato per le celebrazioni funebri: basta cortei da casa alla chiesa, basta lettere scritte da amici o parenti e lette in chiesa e stop al corteo verso il camposanto per le salme che vanno in cremazione.

Ha deciso di darci un taglio don Pino Marelli, parroco di Concorezzo; in periodo di grandi tagli, soprattutto finanziari dovuti alla crisi, anche don Pino ha deciso di togliere ciò era diventato superfluo per ritrovare l’essenza della funzione religiosa: «Già adesso, molte salme vengono portate direttamente in chiesa dai parenti soprattutto quando un proprio caro muore in ospedale – dichiara Marelli – e quando viene fatto il corteo, molte persone attendono direttamente in chiesa. Lo stesso corteo molte volte è parecchio distratto dal traffico o dai passanti. È difficile il silenzio, il raccoglimento e la preghiera. A volte il corteo è solo una camminata».

Nel 2009 un analogo caso scosse il comune di Lissone: protagonista sempre un don Pino, ma di cognome Caimi, che decise invece per l’abolizione totale del corteo facendo scoppiare la rabbia dei cittadini e dei rappresentanti locali della Lega (link). A Concorezzo l’abolizione non è totale, resta infatti la camminata chiesa-cimitero, ma davanti alla bacheca degli annunci parrocchiali il mormorio soprattutto delle anziane devote non passa certo inosservato.

Farà invece più discutere le nuove generazioni il divieto di leggere lettere o ricordi personali al proprio caro durante la funzione, ritenute “non in armonia con la celebrazione liturgica”, ma che molto spesso si rivelano come i momenti più toccanti della cerimonia.

In un periodo di grande crisi, in questo caso spirituale, il ritorno all’essenziale è forse la ricetta migliore. Oppure no? Voi cosa ne pensate?

Foto archivio MB News