Yamaha di Lesmo, il lodo non passa. Le Rsu: «Ora passeremo alle vie legali»

yahamaprotesta-mbMaggioranza schiacciante, il lodo è respinto. Con 27 voti favorevoli e solo 3 contrari i cassintegrati della Yamaha di Lesmo hanno bocciato il lodo presentato nel luglio scorso dal Prefetto di Monza, Renato Saccone, il cui termine ultimo per la firma scadeva il 15 settembre. Troppo inique le richieste ed incompleto il contenuto a detta dei lavoratori, che annunciano presidio ad oltranza e minacciano di ricorrere sin da subito alle vie legali contro l'azieda.


yahamaprotesta-mbMaggioranza schiacciante, il lodo è respinto. Con 27 voti favorevoli e solo 3 contrari i cassintegrati della Yamaha di Lesmo hanno bocciato il lodo presentato nel luglio scorso dal Prefetto di Monza, Renato Saccone, il cui termine ultimo per la firma scadeva il 15 settembre. Troppo inique le richieste ed incompleto il contenuto a detta dei lavoratori, che annunciano presidio ad oltranza e minacciano di ricorrere sin da subito alle vie legali contro l’azieda.

Secondo l’Rsu il risultato delle votazioni parla da solo: «Tutte le parti in causa dovrebbero fare qualche considerazione e rivedere le proprie posizioni –  ha spiegato il rappresentante del sindacato Angelo Caprotti – Se la maggioranza fosse stata favorevole ne avremmo preso atto e ce ne saremmo andati». Il presidio invece non si fermerà, anzi «andremo avanti finchè non otterremo i soldi che ci spettano e intensificheremo la nostra presenza, che nei prossimi giorni vedrà l’arrivo di una nuova roulotte fornita da un’associazione di volontariato».

Le ragioni del no sono molto chiare: «È un lodo incompleto che risponde solo alle richieste dell’azienda – ha aggiunto Caprotti – Nel documento si parla solo di un ipotetico e fantomatico ricollocamento, senza nemmeno parlare di un indennizzo economico ai cassintegrati».  Di diverso avviso la Fim Cisl, secondo la quale «in questo modo si è sprecata una opportunità in più per cercare una nuova soluzione occupazionale».

Dall’Rsu arriva poi la decisione che Yamaha forse si aspettava. «Adiremo alle vie legali quanto prima  – ha concluso il rappresentante sindacale –  e se avremo torto vogliamo che sia un giudice a dircelo, non la Yamaha». Dalla Fim Cisl anche una rassicurazione ai cassintegrati: «Gli iscritti alla Fim Cisl che riterranno di fare ricorso individuale avranno a disposizione i nostri uffici legali per verificare se sussistono le condizioni per farlo». Intanto giovedì si è tenuta la prima udienza del tribunale di Monza che vede coinvolti 9 lavoratori del settore commercio di Yamaha che hanno fatto ricorso contro l’azienda nipponica.

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