Acqua in Brianza, il Pd chiede una gestione unica del servizio idrico

Una società unica per la gestione del servizio idrico brianzolo. E’ tempo di tagli e di risparmi e così il gruppo consiliare provinciale del Pd ha presentato un progetto che si propone appunto di razionalizzare il settore acqua dove nuotano ben 14 aziende erogatrici, altrettanti consigli di amministrazione per una spesa complessiva, che pesa sulla collettività, di 2 milioni di euro tondi tondi.
Una società unica per la gestione del servizio idrico brianzolo. E’ tempo di tagli e di risparmi e così il gruppo consiliare provinciale del Pd ha presentato un progetto che si propone appunto di razionalizzare il settore acqua dove nuotano ben 14 aziende erogatrici, altrettanti consigli di amministrazione per una spesa complessiva, che pesa sulla collettività, di 2 milioni di euro tondi tondi.
L’obiettivo, così come hanno spiegato Gigi Ponti, segretario provinciale, e Mimmo Guerriero, capogruppo in consiglio, è di arrivare a un gestore unico e pubblico. «Questo è il frutto di un lavoro di una commissione tecnica che ha coinvolto anche gli amministratori comunali – spiega Guerriero -, ed è solo il primo passo: ci sono altri settori, come i rifiuti e l’energia, in cui sarebbe utile procedere con una sistemazione».
L’operazione sarebbe resa semplice anche dalla particolare efficienza del sistema idrico brianzolo, che ha fra le tariffe più basse d’Europa e il livello di dispersione più contenuto.
L’iter di unificazione della gestione, però, ha anche qualche ostacolo da superare. In particolare, la seprazione tra <società patrimoniali e società erogatrici, la presenza di società a scavalco fra le due Province di Monza e Milano e la realtà monzese caratterizzata da Agam – Acsm, società quotata in borsa. «La nostra proposta – ha concluso Ponti -, prevede di procedere entro fine anno alla fusione delle società patrimoniali (in totale nove, mentre le erogatrici sono cinque) in un unico soggetto giuridico e con un solo cda che a sua volta possa far partire la procedura per accorpare anche gli enti che si occupano dell’erogazione».