Yamaha di Lesmo, l’Rsu non firma il lodo del prefetto

3 agosto 2011 | 22:01
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Yamaha di Lesmo, l’Rsu non firma il lodo del prefetto

yahama-gernoEnnesimo colpo sparato a salve. L’incontro tenutosi settimana scorsa in Prefettura di Monza tra sindacati, Rsu e vertici di Yamaha per risolvere la questione dei cassintegrati di Lesmo non ha dato i frutti sperati. L’Rsu aziendale non ha infatti firmato il lodo presentato dal prefetto Renato Saccone, ritenendo «assolutamente inadeguata» la cifra messa in campo da Yamaha per risolvere la questione che si protrae dal dicembre scorso.

yahama-gernoEnnesimo colpo sparato a salve. L’incontro tenutosi settimana scorsa in Prefettura di Monza tra sindacati, Rsu e vertici di Yamaha per risolvere la questione dei cassintegrati di Lesmo non ha dato i frutti sperati. L’Rsu aziendale non ha infatti firmato il lodo presentato dal prefetto Renato Saccone, ritenendo «assolutamente inadeguata» la cifra messa in campo da Yamaha per risolvere la questione che si protrae dal dicembre scorso.

Saccone e il presidente della Provincia Dario Allevi avevano convocato il tavolo istituzionale per far firmare a tutte le parti in causa un lodo risolutivo nel quale si proponeva ai lavoratori un incentivo alla ricollocazione. Proposta che non è piaciuta ai cassintegrati ed alla Rsu: «Quelle pochissime risorse che metterebbe l’azienda, nei fatti vengono unicamente destinate alle imprese per ipotetici e incerti percorsi di ricollocazione». A nulla sono valsi i tentativi delle autorità di mediare tra richiesta e offerta. Il prefetto ha chiesto all’azienda e al sindacato di venirsi incontro al fine di giungere ad una intesa. Le ragioni del no sono ben spiegate in un comunicato: «No perché è stato chiesto a tutte le parti in causa di fare un passo indietro, ma gli unici che hanno dimostrato la volontà di arrivare ad una soluzione del problema siamo stati noi». La seconda ragione è economica: «No perché avremmo dovuto accettare il nostro licenziamento anticipato con un buonuscita di 1.500 euro lordi, per di più sborsate dalla Provincia di Monza e Brianza».

Diverso il parere dei sindacati, che hanno aderito all’intesa nonostante alcune riserve. Le parole del rappresentante Fim Cisl Gigi Redaelli sono chiare: «Il testo non ci piace, ma a fronte di una situazione che sta perdurando da mesi e che non ha visto nessuna via d’uscita, con un forte senso di responsabilità abbiamo dato la nostra disponibilità ad aderirvi».