Tagli del governo, anche i sindaci della Brianza sono scesi in piazza a Milano

29 agosto 2011 | 22:04
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Tagli del governo, anche i sindaci della Brianza sono scesi in piazza a Milano

sindaco-fasciaAnche i sindaci della Brianza sono scesi in piazza a Milano per protestare contro i tagli del governo. Fra i mille e passa primi cittadini che hanno deciso di far sentire la loro voce hanno fatto la loro parte anche una decina di amministratori brianzoli, fra i quali non sono mancati esponenti del centro destra.

sindaco-fasciaAnche i sindaci della Brianza sono scesi in piazza a Milano per protestare contro i tagli del governo. Fra i mille e passa primi cittadini che hanno deciso di far sentire la loro voce hanno fatto la loro parte anche una decina di amministratori brianzoli, fra i quali non sono mancati esponenti del centro destra.

Uno dei primi ad arrivare, infatti, è stato il sindaco di Macherio, Giancarlo Porta, leghista duro e puro, e a distanza di pochi minuti ne sono arrivati molti altri, fra i quali i sindaci di Vimercate, Nova Milanese, Cavenago e Bellusco del Pd.

Insomma, una vera e propria protesta bipartisan, guidata da i sindaci di grandi città come Giuliano Pisapia, Gianni Alemanno e Flavio Tosi. Oltre che da Osvaldo Napoli (presidente facente funzione dell’Anci), Enrico Borghi (presidente Uncem), Graziano Delrio (vicepresente Anci), Mauro Guerra (coordinatore nazionale dei piccoli Comuni) e Attilio Fontana (presidente Anci Lombardia). Risultato: la centralissima piazza Duca d’Aosta che ospita il Pirellone, sede della Regione Lombardia, si è così trasformata in un tripudio di fasce tricolore e stendardi elevati dai rappresentanti di Comuni anche piccoli e piccolissimi, che rischiano di essere cancellati.

Alla manifestazione di protesta ha aderito anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha aperto la giornata di protesta. Il senso della manifestazione può essere riassunto in una dichiarazione di Tosi: «Bisogna tagliare i costi dello Stato centrale, cosa che finora non è mai stata fatta. I Comuni non ce la fanno più, bisogna andare a prelevare laddove ce n’è». Nel frattempo, ad Arcore è in corso un vertice fiume fra Bossi e Berlusconi per trovare un’intesa sulla manovra e sui tagli da effettuare. Quasi scontato un alleggerimento del contributo di solidarietà, con un probabile punto di caduta su un prelievo del 5% sopra i 200mila euro, mentre il nodo delle Province sembra sarà rimandato ad un disegno costituzionale che dovrebbe prevedere anche il dimezzamento dei parlamentari.