Yamaha di Lesmo, Allevi verso la risoluzione: «Siamo in un momento decisivo»

Trattative in corso, non disturbare. Si può riassumere così la situazione attuale del caso Yamaha di Lesmo a pochi giorni dall’incontro avvenuto in via Tommaso Grossi fra il presidente della provincia di Monza e Brianza Dario Allevi e i vertici della azienda nipponica. Allevi apre uno spiraglio verso la soluzione per i 66 cassintegrati in presidio permanente: «Ci sono sul tavolo alcune proposte, ora ci siamo dati dei giorni di tempo per maturare le scelte».
Trattative in corso, non disturbare. Si può riassumere così la situazione attuale del caso Yamaha di Lesmo a pochi giorni dall’incontro avvenuto in via Tommaso Grossi fra il presidente della provincia di Monza e Brianza Dario Allevi e i vertici della azienda nipponica. Allevi apre uno spiraglio verso la soluzione per i 66 cassintegrati in presidio permanente: «Ci sono sul tavolo alcune proposte, ora ci siamo dati dei giorni di tempo per maturare le scelte».
La situazione rimane delicata, ma le trattative sembrano procedere nel verso giusto: «Sottolineo che stiamo vivendo un passaggio importante, ma il dialogo è fondamentale per trovare un punto di equilibrio» -ha spiegato Allevi. Nel corso dell’incontro in provincia il presidente Allevi ha rinnovato la proposta avanzata nel tavolo tra le istituzioni del maggio scorso, chiedendo a Yamaha di sforzarsi per favorire il ricollocamento dei 30 lavoratori in cassintegrazione che sono tuttora privi di lavoro. Giorni decisivi quindi, almeno stando a quanto lasciato trapelare da Allevi: «Ci siamo dati un po’ di tempo per riflettere, a breve rinnoveremo il confronto» . Qualche giorno prima lo stesso Allevi aveva incontrato i sindacati ed i rappresentanti delle Rsu confermando l’impegno a procedere nel tentativo di mediazione. Le acque sono ormai stagnanti dal 13 dicembre scorso, giorno in cui è stato instaurato il presidio di fronte ai cancelli di Gerno, ma la volontà dei cassintegrati è quella di scendere a patti con l’azienda: rinunciare al risarcimento in cambio di una ricollocazione all’interno dell’azienda. La paura di rimanere «in mezzo ad una strada» è tanta: «Il rischio è di ritrovarsi con occupazioni precarie e a tempo determinato, con la possibilità di perdere il posto da un giorno all’altro» – ha spiegato il delegato Rsu Angelo Caprotti.
La richiesta, a detta dei presidianti, non sarebbe eccessiva: «Lo sforzo per Yamaha sarebbe minimo. Si tratta di ricollocare in ditta una ventina di lavoratori, dato che gli altri o sono vicini alla pensione o hanno già trovato una soluzione alternativa». Si attende quindi un terzo incontro con tutte le parti in causa, con la speranza, almeno da parte dei cassintegrati, che si venga ad una soluzione quanto prima possibile: «La dirigenza Yamaha non dovrebbe arroccarsi sul no, dovrebbe ricordarsi soprattutto delle responsabilità e dei danni che ci sta provocando».