Monza, solo al San Gerardo si opera ad ‘addome aperto’. Ecco perché

ospedale-S.Gerardo-vetrata_MB'Gestione e trattamento dell'addome aperto'. Detta così, fa un po' splatter. In realtà, come sarà illustrato nel corso di un convegno, martedì 17 maggio, alla Villa Reale di Monza, «trattasi di una tecnica chirurgica altamente complessa e che consente ai pazienti politraumatizzati notevoli vantaggi», specifica Angelo Nespoli, primario di Chirurgia Generale al San Gerardo.


ospedale-S.Gerardo-vetrata_MB‘Gestione e trattamento dell’addome aperto’. Detta così, fa un po’ splatter. In realtà, come sarà illustrato nel corso di un convegno, martedì 17 maggio, alla Villa Reale di Monza, «trattasi di una tecnica chirurgica altamente complessa e che consente ai pazienti politraumatizzati notevoli vantaggi», specifica Angelo Nespoli, primario di Chirurgia Generale al San Gerardo.

È proprio il nosocomio monzese una della poche realtà in Italia a offrire questa tecnica operatoria, «da circa una decina d’anni, – continua Nespoli – qui è possibile grazie all’esperienza del team e all’interazione costante e interdisciplinare che garantisce la struttura San Gerardo. Questo metodo riduce i rischi collaterali e permette ai chirurghi, dopo avere effettuato i cosiddetti interventi di damage control, a distanza di 24/48 ore di terminare il lavoro, lasciando il paziente in terapia intensiva e con l’addome libero».

«Generalmente, – specifica Luca Fattori, chirurgo del San Gerardo – in qualsiasi urgenza in senso lato che altera la fisiologia del paziente questa strategia risulta vincente. Pensiamo alle vittime di incidenti stradali, alle complicanze post-operatorie o agli aneurismi, tutte situazioni che richiedono molteplici competenze e che, parimenti, vanno gestite nell’immediato».

«Grazie alla nostra esperienza – conclude Nespoli – siamo i referenti territoriali per questi tipi di interventi, gli unici in Brianza a realizzarli (circa 20 interventi all’anno di questo tipo, ndr). Per questo, costantemente, organizziamo meeting professionali, come quello di martedì, per confrontarci e illustrare ai colleghi casi clinici e decisioni».

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