Giovani all’estero: ecco i risultati dell’indagine dell’UE

europa_carina_e_stellineI giovani italiani sono tra i più restii a recarsi all'estero per studio, lavoro e formazione: solo il 38% dei giovani di età tra i 15 i 35 anni è disposto a trasferirsi all'estero, e comunque per un periodo di tempo limitato. In Paesi come la Svezia, la Bulgaria o la Spagna, questa percentuale sfiora l'80%.


europa_carina_e_stellineI giovani italiani sono tra i più restii a recarsi all’estero per studio, lavoro e formazione: solo il 38% dei giovani di età tra i 15 i 35 anni è disposto a trasferirsi all’estero, e comunque per un periodo di tempo limitato. In Paesi come la Svezia, la Bulgaria o la Spagna, questa percentuale sfiora l’80%.

 

Questo il dato che emerge dall’ultima indagine Eurobarometro, condotta nell’ambito della strategia “Youth on the Move” della Commissione europea, che contiene misure per migliorare le prospettive di lavoro dei giovani, promuovendo la mobilità e migliorando la qualità dell’istruzione e della formazione.

I giovani italiani che trascorrono periodi all’estero per studio o formazione sono solo il 12%, meno della media europea del 14%. Il 33% dei giovani ha dichiarato di essere impossibilitato a farlo per mancanza di mezzi economici, mentre il 25% – soprattutto donne – per impegni legati alla famiglia.

Tra coloro che hanno potuto recarsi all’estero, il 65% ha dovuto fare ricorso a finanziamenti privati o intaccare i propri risparmi. I giovani che hanno potuto beneficiare di prestiti o borse di studio nazionali e regionali sono infatti soltanto il 18%, percentuale che in Italia scende al 14%. Per questo motivo, l’UE promuove diversi programmi che finanziano lo studio, la formazione e le esperienze di lavoro all’estero, come il programma Erasmus, che nell’anno 2009/2010 ha consentito a più di 210 mila studenti di seguire un programma di studio o di formazione in un altro paese europeo. Il programma è stato recentemente esteso anche ai giovani imprenditori.

L’Italia registra la percentuale più bassa nel campo dell’imprenditorialità giovanile. Secondo i dati, solo il 27% dei giovani italiani vorrebbe costituire un’impresa propria, mentre i più propensi sono risultati essere i bulgari (74%), a fronte di una media europea del 43%. Tra questi, il 50% è costituito da giovani compresi tra i 15 e i 19 anni e solo il 34% da i giovani tra i 30 e i 35 anni.

L’Italia supera di solo due punti l’Europa per la partecipazione dei giovani ad associazioni sportive e culturali (rispettivamente 48% e 46%), mentre si colloca ultima in classifica insieme alla Svezia per quanto riguarda i giovani e il volontariato: in Italia solo il 13% ha svolto attività di volontariato negli ultimi 12 mesi, a fronte di una media europea del 24%. La percentuale italiana è più bassa anche per quanto riguarda la partecipazione alle elezioni: il 71% di giovani ha votato alle elezioni politiche negli ultimi tre anni. La media europea è del 79%, mentre in alcuni paesi, quali Belgio e Svezia, supera il 90%.

L’indagine Eurobarometro è stata pubblicata alla vigilia della Settimana europea della gioventù 2011 che si è svolta dal 15 al 21 maggio. Androulla Vassiliou, commissaria europea responsabile per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha dichiarato: “L’indagine mette in evidenza l’interesse dei giovani a lavorare all’estero. Questa è una buona notizia per l’Europa! Sfortunatamente però questo loro desiderio si scontra con troppi ostacoli. È necessario facilitare lo studio, la formazione e il lavoro dei giovani all’estero e sensibilizzarli in merito ai contributi finanziari disponibili attraverso i programmi dell’UE, come Erasmus, che possono dar loro un primo assaggio della vita fuori dal proprio paese.” Per questo motivo nel corso di quest’anno la Commissione europea conta di aumentare i finanziamenti dei programmi di mobilità a partire dal 2014.

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