Brianza, venti profughi tra Lissone e Seregno. Saccone: «Strutture mirate»

5 maggio 2011 | 23:05
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Brianza, venti profughi tra Lissone e Seregno. Saccone: «Strutture mirate»

pensionato_botticelli_lissoneAnche la Brianza accoglie i primi profughi africani. Si tratta di venti persone, che alloggeranno in due gruppi presso altrettante strutture brianzole: il Pensionato Botticelli, a Lissone e l’istituto Pozzi, a Seregno. L’ospitalità dovrebbe essere provvisoria ma, stando anche a quanto dichiarato da un interno della struttura di Lissone, «per ottenere l’asilo politico che hanno chiesto i rifugiati, ci vorranno diversi mesi».

pensionato_botticelli_lissoneAnche la Brianza accoglie i primi profughi africani. Si tratta di venti persone, che alloggeranno in due gruppi presso altrettante strutture brianzole: il Pensionato Botticelli, a Lissone e l’istituto Pozzi, a Seregno. L’ospitalità dovrebbe essere provvisoria ma, stando anche a quanto dichiarato da un interno della struttura di Lissone, «per ottenere l’asilo politico che hanno chiesto i rifugiati, ci vorranno diversi mesi».

Nel frattempo, dunque, i gruppi faranno base presso le sopraccitate strutture; a Lissone, sempre secondo le informazioni in nostro possesso, sono giunti dieci uomini, sbarcati a Lampedusa e quindi dirottati successivamente in altri centri d’accoglienza, che parlano solo la lingua francese.

La strategia per la collocazione temporanea, svelata direttamente dal prefetto Renato Saccone, è quella di gruppi piccoli e veicolati. «Abbiamo ricevuto per ora venti persone, – conferma il prefetto – che sono state inviate in due distinti centri di accoglienza a Lissone e Seregno. La Regione ha dato le direttive e noi ne seguiamo l’applicazione secondo le disponibilità dei comuni brianzoli. In entrambe i casi si tratta di edifici già predisposti all’accoglienza o funzionali in parte all’allestimento di dormitori anche per altre esigenze. Al momento non abbiamo nessuna indicazione riguardo ad ulteriori invii in altri comuni del territorio, vedremo cosa succederà nelle prossime settimane».

D’accordo ad offrire accoglienza umanitaria, ma non supporto istituzionale, la segreteria provinciale della Lega Nord. «L’accoglienza umanitaria è un dovere a cui certo nessuno vuole sottrarsi, ma è chiaro che aiutare i popoli a casa loro, come predica da anni la Lega, è la via maestra da percorrere, soprattutto in territori come i nostri che, non solo in Lombardia, ma rispetto a tutto il Paese, già registrano le percentuali di presenza di stranieri più alte in assoluto – ha dichiarato il segretario Dionigi Canobbio – Non possiamo certo impedire ad un istituto religioso di svolgere la propria missione, ma è chiaro che pretenderemo dalle istituzioni il controllo più scrupoloso su questa presenza. É altrettanto chiaro che né il Comune né la Provincia interverranno con strutture o contributi, riparando agli errori dell’Europa che ha snobbato completamente l’emergenza Nord Africa o alla furbizia di Paesi come la Francia che fanno la corsa al petrolio a suon di bombe ma poi chiudono le frontiere».

E ha poi aggiunto: «Il sindaco di Seregno Giacinto Mariani, il sindaco di Lissone Ambrogio Fossati e tutti i nostri sindaci possono stare tranquilli sul fatto che politicamente questa situazione sarà monitorata, con il diretto interessamento da parte della segreteria provinciale e degli organi istituzionali della Lega Nord».

Ultimo aggiornamento: venerdì 6 maggio ore 17

In foto, entrata del Pensionato Botticelli, per gentile concessione del Direttore.