Le tasse sull’energia colpiranno la CO2 e non le fonti pulite

La Commissione europea ha presentato oggi una proposta di revisione della normativa sulla tassazione dei prodotti energetici nell'Unione europea, per ristrutturare i regimi fiscali per i prodotti energetici, eliminare gli attuali squilibri e tenere conto delle emissioni di CO2.


La Commissione europea ha presentato oggi una proposta di revisione della normativa sulla tassazione dei prodotti energetici nell’Unione europea, per ristrutturare i regimi fiscali per i prodotti energetici, eliminare gli attuali squilibri e tenere conto delle emissioni di CO2.

Le imposte sull’energia sarebbero divise in due componenti che, insieme, andrebbero a determinare l’aliquota d’imposta totale da applicare al prodotto. L’aliquota minima scissa avrebbe quindi una parte basata sulle emissioni di CO2 rilasciate dal prodotto energetico, e ammonterebbe a 20 euro per tonnellata di CO2 e un’altra basata sul contenuto energetico, ossia sull’energia effettiva generata dal prodotto misurata in gigajoule (GJ), e corrisponderebbe a 9,6 euro/GJ per i carburanti per motori, e 0,15 euro/GJ per i combustibili per riscaldamento. Essa si applicherebbe a tutti i carburanti e combustibili utilizzati per i trasporti e il riscaldamento.

Grazie alla proposta, gli Stati dell’UE potranno ridefinire i loro regimi tributari in modo da concorrere alla crescita e all’occupazione, trasferendo il carico fiscale dal lavoro al consumo. La direttiva modificata entrerebbe in vigore a partire dal 2013, con periodi transitori abbastanza lunghi per permettere una maggiore applicazione delle nuove aliquote.

L’attuale tassazione dei prodotti energetici a livello europeo è fissata da aliquote minime per i prodotti energetici utilizzati come carburanti per motori e come combustibili per riscaldamento e per l’elettricità. La tassazione basata sulla quantità dei prodotti energetici consumati non può servire a far realizzare gli obiettivi dell’UE in fatto di clima ed energia, né offre incentivi economici che stimolino la crescita e la creazione di posti di lavoro. La tassazione dei prodotti energetici deve piuttosto considerare il loro contenuto energetico e l’impatto che essi hanno sull’ambiente.

Gli aspetti sociali sono presi in considerazione lasciando agli Stati dell’UE la facoltà di esentare interamente da imposte l’energia consumata dai nuclei famigliari a fini di riscaldamento, indipendentemente dal prodotto energetico utilizzato.

La proposta favorirà il ricorso alle fonti rinnovabili di energia e incoraggerà il consumo di energia da fonti che rilasciano meno emissioni di CO2. Attualmente le fonti più inquinanti sono, paradossalmente, quelle meno tassate, mentre sui biocarburanti, al contrario, gravano le imposte più pesanti, malgrado l’impegno dell’UE di aumentare la quota delle rinnovabili nei trasporti. La nuova proposta eliminerà queste incongruenze.

Il nuovo testo introdurrà inoltre un approccio più coerente alla tassazione dell’energia in tutta l’UE, evitando il moltiplicarsi di singole politiche nazionali e concorrendo a creare condizioni di parità per le imprese nell’UE. Per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas serra, la direttiva riveduta punta a integrare il sistema dell”UE di scambio delle quote di emissioni applicando una tassa sul CO2 ai settori che non rientrano in tale sistema (trasporti, nuclei famigliari, agricoltura e piccoli impianti industriali). Dato che nell’UE sono responsabili della metà delle emissioni di questo gas, è importante che anche questi settori ricevano un segnale del prezzo del CO2.

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