
Una lettera al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, affinché il Governo approvi al più presto il Piano nazionale per la qualità dell’aria – peraltro già sollecitato più volte – che comprenda misure e risorse per la riduzione del PM10 e degli ossidi di azoto.
Una lettera al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, affinché il Governo approvi al più presto il Piano nazionale per la qualità dell’aria – peraltro già sollecitato più volte – che comprenda misure e risorse per la riduzione del PM10 e degli ossidi di azoto.
L’hanno sottoscritta gli assessori all’Ambiente delle Regioni del bacino Padano (Manuela Zublena per la Valle d’Aosta, Roberto Ravello per il Piemonte, Sabrina Freda per l’Emilia Romagna, Maurizio Conte per il Veneto, Luca Ciriani per il Friuli Venezia Giulia, Alberto Pacher per la Provincia Autonoma di Trento e Michl Laimer per quella di Bolzano) riuniti a Palazzo Lombardia dall’assessore lombardo Marcello Raimondi.
«Da tempo – spiega Raimondi – chiediamo che anche lo Stato faccia la sua parte per aiutarci ad uscire da una situazione di stallo che dura da troppi anni. Oltretutto, in assenza di una regia nazionale, l’Italia rischia di non riuscire a rispettare gli obiettivi di riduzione di concentrazioni di PM10 che la direttiva europea sulla qualità dell’aria ha fissato per il 2015».
«E’ necessario un gesto forte – prosegue Raimondi – perché il raggiungimento di tali ambiziosi limiti è fortemente osteggiato dalla presenza di condizioni meteo-climatiche e orografiche avverse alla dispersione degli inquinanti. Una situazione unica in Europa che rende insufficienti, in alcuni casi, il solo impegno, peraltro oneroso e strutturato, delle singole Amministrazioni».
{xtypo_rounded2} IL PROTOCOLLO DEL 2007
Già nel 2007, infatti, a Roma, queste Regioni avevano sottoscritto un importante accordo grazie al quale è stato adottato un unico inventario delle emissioni in atmosfera delle aree del Nord e sono stati assunti impegni sul tema della mobilità, del riscaldamento civile e dell’industria, sia in termini di limitazione e di divieto di utilizzo delle tecnologie più obsolete, sia in termini di incentivo e di supporto alla adozione delle migliori tecnologie disponibili. La Lombardia, ad esempio, ha vinto una lunga battaglia per vietare l’uso dell’olio combustibile nei riscaldamenti e ha varato una vera e propria legge sulla qualità dell’aria che introduce limitazioni significative alla circolazione dei mezzi più inquinanti per 6 mesi all’anno.
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