Monza, dal “pulpito” del Duomo il clamoroso appello: «Non date un soldo a quei falsi poveri!»

Via gli accattoni da qui. E non dategli un centesimo. A chiederlo – seppur non con questa forma così spiccia e determinata – non è un gruppo di facinorosi, nè di razzisti o estremisti di qualsiasi ala. Non è qualcuno che magari malsopporta i rom o gli stranieri o i mendicanti. È, semplicemente, chi gestisce il Duomo di Monza. Quindi, le massime autorità ecclesiastiche cittadine.
Via gli accattoni da qui. E non dategli un centesimo. A chiederlo – seppur non con questa forma così spiccia e determinata – non è un gruppo di facinorosi, nè di razzisti o estremisti di qualsiasi ala. Non è qualcuno che magari malsopporta i rom o gli stranieri o i mendicanti. È, semplicemente, chi gestisce il Duomo di Monza. Quindi, le massime autorità ecclesiastiche cittadine.
Già, basta varcare le porte dello splendido edificio che custodisce la Corona Ferrea per imbattersi in due cartelli, appesi ben in vista, che recitano a chiare lettere: «L’accattonaggio alle porte delle chiese non è una espressione sincera di povertà. Chi desidera soccorrere i poveri della città è pregato di fare la propria elargizione presso la Caritas Decanale in via Zucchi».
Un messaggio per certi versi “clamoroso” perchè non risulta essere ripreso in altri edifici di culto in Brianza. Almeno, se succede saranno sicuramente casi sporadici. Perchè le parole sono forti: con la prima frase si sottindende, in buona sostanza, che i tanti che presidiano le soglie di chiese e basiliche di tutta Italia sono dei “truffatori” (se uno non è sincero nella sua povertà…); e con la seconda frase si diffida i fedeli a fare loro la carità, dirottandoli verso un canale più “controllato”.
Cartelli che possono sicuramente far discutere… e tu come la pensi?