Monza: viale Lombardia, c’è ‘ndrangheta? Al via codice etico degli appalti regionali

cantiere-viale-lombardiaI loro affiliati entrano ed escono dai cantieri senza figurare negli appalti. Le loro ditte muovono padroncini provenienti dalla Calabria e riescono ad avere una fetta in tutti i maggiori cantieri della Lombardia.


cantiere-viale-lombardiaI loro affiliati entrano ed escono dai cantieri senza figurare negli appalti. Le loro ditte muovono padroncini provenienti dalla Calabria e riescono ad avere una fetta in tutti i maggiori cantieri della Lombardia.

E’ accaduto anche nei grandi cantieri brianzoli, dove l’ombra della malavita si allunga sul Tunnel di viale Lombardia e la nuova Caserma dei Pompieri. A dirlo è la maxi inchiesta coordinata dalla Dda di Milano che, una decina di giorni fa ha portato all’arresto di oltre 30 persone, tra cui un imprenditore “boss” che ha lavorato proprio alla galleria. E intanto Formigoni annuncia la nascita di un codice etico degli appalti per contrastare corruzione e infiltrazioni mafiose.

Movimento terra ed edilizia, settori prediletti della ‘ndragheta per fare affari, con la rivoluzione viabilistica in atto a Monza e provincia, hanno spalancato le porte al 46enne Giuseppe Romeo, indicato come affiliato alla potente famiglia calabrese dei Flachi, arrestato il 14 marzo scorso, e titolare di “Ai.Ma”, società che opera nel movimento terra con sede legale a Monza.

Le indagini dei sostituti procuratori Galileo Proietto, Alessandra Dolci, Paolo Storani, con la supervisione di Ilda Boccassini, hanno messo in luce infiltrazioni mafiose nel maestoso cantiere di viale Lombardia e in quello per il futuro nuovo Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Monza. A gestire il grande cantiere, che la prossima settimana aprirà le porte al pubblico, è la consolidata Anas. I lavori sono stati appaltati ad Impregilo, che a sua volta ne ha subappaltato una parte a Perego General Contractor. Il titolare di quest’ultima, Ivano Perego, a sua volta coinvolto nell’indagine “Infinito” e responsabile della costruzione della rotonda di Piazzale Virgilio, secondo gli inquirenti avrebbe concordato con Romeo l’esecuzione di alcuni lavori per il tunnel di viale Lombardia e l’invio di alcuni camion. A gestire praticamente i lavori di “Ai.Ma” è però il 35enne nipote di Romeo, Francesco Glicoria. Nei verbali compaiono numerosi contatti tra Glicoria, Romeo e Perego, proprio per organizzare l’arrivo dei camion da impiegare nei lavori per il tunnel della ss36. Francesco Gligora, 35enne accusato di estorsione ed intimidazione alla concorrenza, nell’ordinanza del Gip è descritto come il gestore di una rete di rapporti con trasportatori individuali, tutti calabresi legati ad ‘ndrine, poi utilizzati per il movimento terra da società più grandi, violando tutte le norme antimafia.

Secondo gli inquirenti, attraverso questo legame con Perego, la AI.Ma è riuscita ad infiltrare i suoi camion anche nel cantiere di viale Lombardia ed in quello per la caserma dei pompieri, senza contare gli innumerevoli altri grandi cantieri su Milano, tra cui quello per il prolungamento per la linea metropolitana 5. Nei fascicoli della Procura di Milano, sono contenute decine di intercettazioni telefoniche, dove Romeo e compagni si accordano per la spartizione dei cantieri, in particolare per l’invio di camion in viale Lombardia.

Per far fronte all’aumento della corruzione e della concussione, ha annunciato il presidente della regione Formigoni, è quasi ultimata la predisposizione di un codice etico degli appalti regionali: avrà il compito di regolare i comportamenti delle imprese concorrenti e aggiudicatarie degli appalti di lavori, servizi e forniture indetti da Regione Lombardia e dagli enti e società del Sistema Regionale e costituirà parte integrante di tutti i contratti stipulati. Con questo codice le stazioni appaltanti e i loro appaltatori si assumeranno la reciproca obbligazione di conformare i propri comportamenti ai principi di lealtà, trasparenza e correttezza, mentre le imprese appaltatrici si impegneranno espressamente ad alcuni comportamenti in chiave anticorruzione, la cui inosservanza sarà sanzionata con “la risoluzione di diritto del contratto e con l’esclusione del concorrente dalle gare per un periodo variabile relazionato alla gravità del fatto”.

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