Cisl Brianza lancia l’allarme: «La crisi fa aumentare gli infortuni sul lavoro»

3 marzo 2011 | 23:04
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Cisl Brianza lancia l’allarme: «La crisi fa aumentare gli infortuni sul lavoro»

attivit-ufficio-vertenze-cisl-monza-conferenza-mbSi è chiuso in positivo il bilancio del lavoro svolto nel 2010 dall’ufficio vertenze Cisl di Monza e Brianza. Ma, questa volta, è proprio il segno più a preoccupare il sindacato. Sono, infatti, in aumento le pratiche: 1.009 quelle gestite, da gennaio a dicembre, solo lo scorso anno, tra cui 98 fallimenti (42 dei quali nati come vertenze). 4.536.800 euro l’ammontare delle somme recuperate, rispetto ai 3.156.000 del 2009.

attivit-ufficio-vertenze-cisl-monza-conferenza-mbSi è chiuso in positivo il bilancio del lavoro svolto nel 2010 dall’ufficio vertenze Cisl di Monza e Brianza. Ma, questa volta, è proprio il segno più a preoccupare il sindacato. Sono, infatti, in aumento le pratiche: 1.009 quelle gestite, da gennaio a dicembre, solo lo scorso anno, tra cui 98 fallimenti (42 dei quali nati come vertenze). 4.536.800 euro l’ammontare delle somme recuperate, rispetto ai 3.156.000 del 2009.

I dati preoccupanti riguardano soprattutto l’incremento dei fallimenti, i più colpiti sono i settori meccanico (29,59%) ed edile (23,47%). Stabile, invece, rispetto all’anno precedente, il commercio (25,51%).

«Siamo completamente sommersi di pratiche – ha affermato Beppe Sala, responsabile ufficio vertenze Cisl Monza e Brianza – La situazione non è cambiata, semmai peggiorata».

Ad allarmare sono soprattutto gli incidenti sul lavoro. «È un tema spinoso – ha ammesso il segretario provinciale Cisl, Marco Viganò – In Europa la richiesta era di ridurre gli infortuni, tra il 2007 e il 2015, del 25%, ma noi non riusciremo ad andare oltre il 15%. A questo si unisce la diminuzione, a livello nazionale, delle attività di controllo del 24-25% nel 2009. I dati Inail, inoltre, non tengono conto delle ore effettivamente lavorate, che sono in stretto collegamento con le possibilità di incidenti. Si parla di calo degli infortuni, ma non si dice che sono diminuiti in un contesto di riduzione del lavoro».

Quello che serve, spiega il sindacato, è recuperare una cultura della sicurezza. «Cioè la capacità di far comprendere alla società che un morto sul lavoro non è diverso da un morto sulla strada – ha continuato Viganò ¬- Il rischio di infortunio aumenta in situazioni di difficoltà economica perché vengono meno le attenzioni e le motivazioni a investire nella sicurezza da parte delle aziende». cisl-brianza-sede-mb

«Anche per gli infortuni sul lavoro è necessario andare oltre alle tutele garantite dall’Inail – ha aggiunto Maurizio Beretta, segretario Cisl Monza – È importante assumere questa consapevolezza».

La crisi e i lunghi tempi della giustizia non fanno altro che incrementare la situazione di profondo disagio e di difficoltà. «Lo sforzo è quello di estendere la tutela dell’infortunato nella fase del procedimento penale, perché è lì che si esercitano le pressioni più sconvenienti dei soggetti chiamati in causa, che solitamente tendono a imputare le colpe ai lavoratori – ha spiegato l’avvocato Luigi Mariani – Quello che serve è una risposta scientificamente e professionalmente qualificata».

L’intervento tempestivo del sindacato è stato quello che ha permesso la buona riuscita del caso di Davide Martis, giovane operaio della Sampla Belting di Agrate, morto nel 2008 schiacciato tra i rulli della macchina su cui lavorava. «L’intervento immediato del tecnico della sicurezza ha permesso di capire subito che il macchinario era a rischio – ha raccontato l’avvocato Mariani – L’inizio è stato difficile perché non c’è stata collaborazione da parte dei lavoratori che temevano di perdere il proprio posto. Ma alla fine il processo si è concluso con la richiesta di patteggiamento da parte del presidente e dell’amministratore delegato dell’azienda. Da parte nostra è stata una clamorosa ammissione di colpa».

Nella foto in alto da sinistra: Beppe Sala, Marco Viganò, Maurizio Beretta e l’avvocato Luigi Mariani.

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