Intercettazioni e caso «Ruby»: gli arcoresi hanno paura di essere spiati

Il caso «Ruby», con le numerose intercettazioni effettuate per ricostruire gli ingressi di amici ed amiche a Villa San Martino, impensierisce non poco gli arcoresi che, preoccupati delle indagini tecniche, temono di essere tutti ascoltati e spiati dall’occhio del Grande Fratello.
Il caso «Ruby», con le numerose intercettazioni effettuate per ricostruire gli ingressi di amici ed amiche a Villa San Martino, impensierisce non poco gli arcoresi che, preoccupati delle indagini tecniche, temono di essere tutti ascoltati e spiati dall’occhio del Grande Fratello.
Amanti, amici-nemici, suocere dalla lingua velenosa e vicini di casa pettegoli, tremano all’idea di essere stati ascoltati per mesi mentre si scambiavano sms, telefonate «calienti» o si passavano informazioni ed indiscrezioni sul dirimpettaio, circolando fitti-fitti al telefonino.
Cittadini di Arcore, state pure tranquilli, i vostri segreti sono al sicuro, nessuno viene intercettato per caso.
Controllare il traffico telefonico di un gruppo di persone, non significa letteralmente ascoltare «l’aria», ovvero ogni singola chiamata effettuata in un dato perimetro territoriale. La legge, per quanto ci sia chi la ritiene troppo «invasiva», permette agli inquirenti dei effettuare controlli e di intercettare i soggetti presumibilmente coinvolti in crimini di una certa rilevanza, tra cui non figura assolutamente il furto del tappetino davanti alla porta di casa del vicino, per fargli un dispetto. Per ogni singolo numero telefonico intercettato, alla Procura della Repubblica corrisponde uno specifico atto, con una richiesta presentata dai magistrati che va necessariamente approvata dal Gip (Giudice per le Indagini Preliminari). Autorizzazione alla mano, i tecnici possono ascoltare o leggere il traffico telefonico in entrata ed in uscita, di quel singolo numero telefonico. E’ ovvio che, chi telefona a quel numero, corre il rischio di venire intercettato. Forse non fa piacere a nessuno sapere di poter essere ascoltati, magari anche in quei due secondi in cui con l’amico del cuore sfottiamo l’arbitro della partita di calcetto, ma basti pensare che di questo, evidentemente, agli inquirenti non importa proprio nulla. Considerando nello specifico il caso di Arcore beh, appare difficile immaginare che in molti possano avere il numero di cellulare del Premier o dei suoi fidi assistenti (nonostante ultimamente pare invece fosse molto inflazionato).
Cittadini di Arcore, non lasciatevi intimidire o influenzare da chi, in città, vi appare preoccupato ed arrabbiato contro chi «vi controlla tutti», perché non vi controlla proprio nessuno. L’unico consiglio, semmai, è di stare lontani da chi fomenta questa paura perché, probabilmente, ha davvero avuto contatti con l’intercettato e per chiedere favori.